Corriere Torino

Toro, cambi di passo

«L’udinese è forte, zero chiacchier­e e niente errori» Mazzarri carica la squadra e i 14 titolari dopo la sosta E rilancia: aumentiamo il numero delle sostituzio­ni

- Giampiero Timossi

Serve un cambio di passo e sull’argomento Walter Mazzarri ha idee, metodo, proposte. Ha ascoltato le parole che arrivavano da alcuni giocatori, la voglia di aprire un ciclo, un Toro che «sappia stare costanteme­nte tra le prime sei/sette squadre del campionato». Lui condivide ovviamente l’idea, è per questo che lavora dal gennaio di due anni fa, insieme a società e giocatori. Però ha un metodo e anche un modo efficace per spiegare la sua versione: «Le chiacchier­e valgono zero, non servono, possono anche essere dannose. Bisogna lavorare, sempre al meglio, sempre il più possibile». Quindi spiega: «Non mi sono mai piaciuti i proclami, non li faccio. Dici una cosa? Puoi anche farlo, ma prima devi lavorare 24 ore su 24, 365 giorni all’anno, fare tutto quello che serve per raggiunger­e gli obiettivi che ti chiede la tua società. Vale per qualsiasi allenatore».

Vale per i giocatori: «Esatto, loro lo sanno, chiedo, voglio il massimo impegno in campo, ogni allenament­o. Sanno che devono fare una vita da profession­isti quali sanno essere e sono». Pausa, sorriso, sintesi: «Insomma, le chiacchier­e non servono, bisogna correre». Correre, come chiede Mazzarri, che non è un’idea come un’altra. Quello dell’allenatore toscano non è un calcio come gli altri: è fatto di equilibri, geometrie. È basato su attenzione costante, che è cosa diversa dall’ossessione e inizia almeno un’ora prima del match. C’è un gesto che non spiega tutto, ma qualcosa sì: è il braccio del tecnico granata che si alza dalla panchina, è la mano che ruota,come se volesse avvitare una lampadina. Significa guardate il pallone, sempre, anche quando siete in fase di rientro o correte sulla fascia. «Guardate il pallone», è con quello che si gioca. Correre, bene. Non correre, rischi. Mazzarri non si fida, negli ultimi giorni ha parlato con la squadra e singolarme­nte con molti dei nove giocatori rientrati dalle convocazio­ni in Nazionale. Così ha alzato il livello dell’attenzione, ora spiega: «A me piace avere la squadra sempre sotto controllo e quando i giocatori arrivano alla spicciolat­a, all’ultimo momento, non è facile fare le cose come avrei voluto. Ma questo vale per tutti. Prima della sosta abbiamo fatto una bella partita contro il Napoli: avrei voluto avere una settimana tipo per lavorare sulla testa dei giocatori e valutare le condizioni. L’avversario, è una squadra che ha vinto con Milan e Bologna e perso due partite con squadre sulla carta inferiori. Se noi non facciamo la partita con intelligen­za, loro hanno giocatori importanti che ti possono punire: Lasagna che è nel giro della Nazionale, De Paul che è nel mirino delle squadre top, Okaka che conosco bene ed è un grande giocatore, Mandragora, ma anche altri. Se pensiamo di poter andare all’arma bianca, senza pensare, alle due fasi di gioco rischiamo». Non correre rischi, fare risultato e un altro passo in avanti. La sensazione è che il metodo Mazzarri venga rispettato: partiranno titolari gli stessi undici giocatori che hanno affrontato il Napoli. «Deciderò poco prima della partita, è vero che questo è un metodo di valutazion­e, analizzare i dati dell’ultimo incontro, ma ci sono sempre anche le condizioni e il lavoro fatto in settimana».

Metodi, sistemi, intesi anche come giocatori disposti in campo. «Tutti conoscono quello che dobbiamo fare in campo,non solo i quattordic­i che giocherann­o». L’occasione è giusta per chiudere e ricordare l’idea di aumentare il numero delle sostituzio­ne possibili. L’ha appena rilanciata Aurelio De Laurentiis, commenta Mazzarri: «Fa piacere che trovi anche il sostegno di una voce forte come quella del presidente del Napoli». Cambi di marcia, per un altro passo in avanti.

❞ Lo spagnolo ritrovato Falque? Stava meglio di tutti, poi si è fatto male Lo conosco bene e lo stimo tanto Queste due settimane gli hanno fatto bene

Migliorame­nti Ho provato a livellare la condizione di chi c’era I ragazzi stanno crescendo fisicament­e, soprattutt­o chi arrivava da un infortunio

Un campionato a tappe Abbiamo la finalissim­a con l’udinese, la testa deve essere soltanto lì Bisogna far parlare il campo: i proclami non fanno per me

Difficoltà nazionali Mi sarebbe piaciuto avere un giorno prima tutti i giocatori Non è un alibi, anche perché molte squadre hanno questo problema

 ??  ?? Tris Walter Mazzarri, 58 anni, allena il Torino dal gennaio 2018: tre vittorie in questo campionato
Tris Walter Mazzarri, 58 anni, allena il Torino dal gennaio 2018: tre vittorie in questo campionato
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