Giuseppe Varaldo, un grande architetto che ridava splendore alle chiese
Le più grandi chiese del Piemonte sono rinate grazie ai suoi progetti. Giuseppe Varaldo è considerato uno dei mostri sacri dell’ establishment del compasso di Torino. Architetto della vecchia guardia, molto apprezzato in città, e non solo, è stato un profondo conoscitore di urbanistica e pianificazione territoriale. È morto a Torino, nella sua casa in Barriera Milano dove ha sempre vissuto, a 83 anni. Nato a Canale, nell’astigiano, la sua vita l’ha trascorsa a Torino. Laureato in Architettura al Politecnico, diventa professore ordinario insegnando Costruzione architettonica per molti anni. A lungo ha fatto parte dello studio Aimaro Isola. Uomo dall’educazione d’altri tempi, ha vissuto la guerra e il boom economico e si era sempre dedicato all’architettura con passione e impegno.
Molti i suoi progetti in città come la “Fontana luminosa” del parco Italia 61 a Torino. Ma è nelle chiese e monumenti religiosi che ha trovato la sua maggiore espressione.
Suo l’adeguamento liturgico del Duomo di Acqui Terme e quello della Chiesa di Santa Teresa di Gesù Bambino e il suo complesso parrocchiale, una delle realizzazioni più significative e mature dell’architettura di chiese del Dopoguerra e della stagione del concilio Vaticano II dove la torre campanaria e la geometria della copertura qualificano il paesaggio del quartiere. Una passione quella per l’architettura religiosa che l’aveva portato a scrivere molti saggi e ad essere premiato anche dall’ordine degli architetti nel 2010. Persona colta e preparata, amava leggere e imparare.
Lo aveva fatto per tutta la vita. Sposato con Maria Teresa, il loro amore durava da molti anni, aveva avuto i figli Mariarosa, Lorenzo e Alberto.
Nonno amorevole di sei nipoti era stato sempre presente per loro. Era per loro una vera memoria storica. Una testimonianza di quando avesse imparato durante la sua vita.
I funerali si svolgeranno oggi alle 9.30 nella parrocchia di Santa Margherita a Torino.