In osteria o in pizzeria: dove mangiano le stelle
Anche le stelle mangiano. Quando sono lontani da fuochi e fornelli agli chef torinesi piace sedersi a tavola e farsi coccolare da altri. Non concorrenti, piuttosto colleghi o addirittura amici. A casa, in generale, si cucina poco. Ma c’è un mondo gastronomico in città (e nei dintorni) e ai cuochi piace andare a visitarlo ogni volta che i clienti e l’agenda lo permettono. Federico Zanasi del ristorante Condividere nome che brilla nel firmamento Michelin di Torino il lunedì va a caccia di osterie. «Sono emiliano, mi piace andare a scoprire nuovi posti per radicarmi meglio nei gusti e nelle tradizioni piemontesi». Anche Matteo Baronetto del Cambio ha un posto del cuore: l’osteria Antiche Sere. «Ogni volta che vado a mangiare lì mi sembra di stare fuori dal tempo, è un locale romantico, uno dei miei preferiti».
Invidia e gelosia? Nemmeno l’ombra. Uscire fuori a cena è un piacere. Anche Fabrizio Tesse e Marco Miglioli del ristorante Carignano accendono poco il gas delle cucine di casa: «Non abbiamo molto tempo libero, ma quando non lavoriamo ci piace andare in giro a salutare gli amici e mangiare bene. Di solito non guardiamo nemmeno il menu, lasciamo carta bianca alla brigata e non sbagliamo quasi mai. I preferiti? Banco Vini e Alimenti, il Consorzio alimentare, Magazzino 52 e ovviamente tutte le altre stelle torinesi. E se ci viene voglia di pizza andiamo dai nostri vicini di Berberè, oppure da Sesto Gusto o da Fuzion, un ristorante che fa pizza e sushi».
Perché, tolto il grembiule, agli chef torinesi piace fingersi semplici clienti e lasciarsi andare. Tra posti preferiti da tante brigate ci sono la Limonaia, il Gatto Nero, la pizzeria di Patrick Ricci a San Mauro, il giapponese di Shizen e tanti locali di provincia. Non ci sono regole, soltanto curiosità. Una sola regola: vietato consultare Tripadvisor. I ragazzi del Vintage 1997 festeggeranno i loro sedici anni da stellati con una gita nelle Langhe: «Dobbiamo ancora decidere dove, ma credo non avremo problemi a trovare un posto buono. Ci piace andare a pranzo tutti insieme di domenica: appena sappiamo di una nuova apertura andiamo a provarla», dicono dalle cucine. Anche Pino Savoia e Nicola Somma del Cannavacciuolo Bistrot amano le Langhe nei giorni di riposo: «La domenica è sacra, a noi piace celebrarla con agnolotti del plin, una porzione di brasato e un buon rosso. Da Maurilio alla Ciau del Tornavento, oppure da Ugo Alciati a Fontanafredda torniamo spesso e volentieri. Quando invece vogliamo rimanere in zona andiamo da Condividere (che per loro è semplicemente da Federico) oppure da Bifrò per la carne».
Michelangelo Mammoliti de La Madernassa di Guarene, fresco di due stelle Michelin invece va controcorrente: «Mi piacciono le bancarelle di street food e le trattorie. Più sono tradizionali, meglio è. Vado spesso al Borgo Sant’anna di Monforte d’alba. Ma la mia cucina preferita rimane quella della mamma». Si cucina avanguardia, si mangia in retroguardia.
Mammoliti
«Vado spesso per trattorie o street food, ma la cucina migliore è quella della mamma»