«Il mio impegno per Cinemability»
Violante Placido è la madrina del «Cinemability Film Fest»
Per recitare in «7 Minuti» ho girato nelle strade utilizzando la sedia a rotelle
Nel cortometraggio Hand in the cap del regista Adriano Morelli (scritto da Nicola Guaglianone, noto per Lo chiamavano
Jeeg Robot) interpretava la mamma di un ragazzo disabile che manifestava le sue esigenze sessuali. In 7 Minuti del padre Michele, invece, aveva il ruolo di Marianna, una donna in sedia a rotelle. La scelta di Violante Placido come madrina del «Cinemability Film Fest» (a via da domani a domenica a Bardonecchia) non è casuale. L’attrice aveva già partecipato a Borgate dal Vivo, il circuito di cui il festival fa parte, l’estate passata e, soprattutto, non è estranea alle importanti tematiche che la rassegna affronta.
«Il ruolo del cinema, oltre a quello di farci sognare — afferma Placido — è quello di essere lo specchio della società. Per farlo realisticamente deve includere anche gli individui portatori di differenze, che è un termine che mi piace molto di più di disabilità. Penso che tutti dobbiamo metterci nei panni degli altri e comprendere che anche noi possiamo sempre imparare qualcosa di diverso. Questo festival è importante perché il cinema è inclusione, è un mezzo per scavalcare le barriere social. Sono onorata di esserne la rappresentante».
Il Cinemability Film Fest è il primo evento ufficiale della candidatura italiana a ospitare i World Special Olympics Games del 2025. La manifestazione è frutto della sinergia tra più soggetti: l’associazione Revejo, la 2gether Onlus e la Special Olympics. L’obiettivo è quello, utilizzando il linguaggio cinematografico, di migliorare la qualità dell’informazione sui temi del disagio e della disabilità. Le proiezioni e gli incontri si svolgeranno nel Cinema Sabrina e il Palazzo delle Feste di Bardonecchia e il Pala Conti di Bussoleno.
Verrà proiettato anche il corto con Violante protagonista. «Tratta un argomento molto forte in maniera delicata. Il sesso è necessario come mangiare e dormire. Prima di partecipare al film non avevo mai avuto modo di riflettere su come possa essere complicato per alcune persone approcciarsi a questo tema. Il mio personaggio è una mamma di un ragazzo con grandi problemi motori che sta diventando grande e sente la necessità di fare l’amore. Come ogni madre, capisce cosa gli sta accadendo e vuole aiutarlo. Purtroppo questi argomenti sono ancora offuscati da troppi tabù ma sono importanti per la salute e non possono essere ignorati». P
er prepararsi al personaggio di Marianna in 7 Minuti (un film incentrato sui diritti dei lavoratori e ispirato a una storia realmente accaduta in Francia a Yssingeaux) si è messa alla prova girando per le strade della Capitale su una sedia a rotelle.
«Roma è impraticabile per tutti, figuriamoci se hai dei problemi di disabilità. È un inferno. Muoversi è praticamente impossibile. Ci sono buche ovunque ed è per questo che muoiono così tante persone in motorino o in macchina. Però non si può dare la colpa solo alla politica. Tutti dobbiamo sentirci parte in causa. Per abitudine manchiamo di rispetto e parcheggiamo in modo che nessuna carrozzina, neppure quella di un neonato, riesca a passare. Dobbiamo aumentare il nostro livello di coscienza».