Corriere Torino

Ogni giorno un messaggio su Facebook per ricordare

La vedova di una delle vittime: «Facciamo tutti insieme qualcosa di buono per aiutare chi ha bisogno»

- F. Rul.

«Nino amava il suo lavoro. Ha sempre voluto fare il vigile del fuoco nella vita. Ma la sua morte è troppo difficile da accettare».

Elena Barreca, moglie di Antonino Candido, il più giovane delle tre vittime che hanno perso la vita nell’esplosione di Quargnento, da un mese sta convivendo con un grande dolore da sopportare. Ogni giorno, dal 5 novembre scorso, giorno della tragedia, scrive un messaggio in ricordo di suo marito sulla sua pagina Facebook. Parole d’amore, dolci e malinconic­he allo stesso tempo.

Senza mai commentare quanto accaduto nella tragedia. «Continuiam­o tutti insieme a fare qualcosa di buono afferma —. Aiutate le persone che hanno bisogno. Ogni gesto buono farà felice mio marito i suoi fratelli». Schive e riservate, nessuna delle tre vedove ha mai voluto parlare di quanto accaduto nell’esplosione. Non lo ha fatto Elena. E nemmeno Elisa Lilli Borghello, la compagna di Matteo Gastaldo e Clarissa Bonetto, vedova di Marco Triches. «Ci penserà la giustizia» hanno detto agli amici. Nulla di più. Quelle tre morti avvenute mentre i tre vigili del fuoco stavano lavorando hanno però segnato tutti. Soprattutt­o i colleghi che, da qualche settimana, hanno dovuto cambiare i turni in caserma ad Alessandri­a per coprire quella squadra che ormai non esiste più.

«Siamo parte di una stessa famiglia — dicono dalla caserma —. Era una cosa da fare. Con loro se ne è andata anche una parte di noi. Quest’anno la festa di Santa Barbara sarà per loro. Non possiamo non pensare a quanto accaduto. Lo facciamo ogni volta usciamo per un servizio».

● Elena Barreca è la moglie di Antonino Candido, il più giovane delle tre vittime che hanno perso la vita nell’esplosione di Quargnento

● Ogni giorno scrive un messaggio in ricordo di suo marito

Intanto prosegue la raccolta firme online per chiedere a Paola Porzio, sindaco di Quargnento, un monumento in memoria delle tre vittime. Una proposta che non sembra piacere però al primo cittadino. «Non vogliamo che vengano a visitarci per la cascina maledetta — spiega — ma perché paese natale del pittore Carlo Carrà, per il quale organizzer­emo una grande mostra nel 2021. La tragedia purtroppo c’è stata, ma i proprietar­i della cascina e gli eventuali responsabi­li non c’entrano nulla con il paese».

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La cascina totalmente distrutta L’esplosione

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