«Un incubatore diffuso e due startup americane in arrivo»
Scellato disegna il futuro dell’i3p del Polito
«Passare da un incubatore della cittadella del Politecnico a un incubatore diffuso sulla città, con “verticali” tecnologici su cui si sta puntando, ovvero manifattura e aerospace». Le dimensioni di I3P dunque non possono che aumentare. «Devi andare su una scala più grande così da innescare processi diversi e più strutturati». Giuseppe Scellato archivia i vent’anni della culla delle startup di corso Duca degli Abruzzi con numeri record, ma pensa già al 2020 con un’agenda in mano: «Tanto per cominciare vogliamo portare qua un paio di startup italoamericane — rivela —, una di queste si occupa di intelligenza artificiale ed è nata sull’asse Politecnico-berkeley».
Difficile condensare due decenni di attività nel segno dell’innovazione, ma i numeri riescono ancora una volta a restituire una fotografia molto nitida. Le società che ambiscono a cambiare il mondo nascono e muoiono in un battito di ciglia: il sogno di tutte però è fare il grande salto Uber, Airbnb o Snapchat, tutte nate, guarda caso, negli ultimi 20 anni. E a Torino? Le startup «covate» in I3P sono state oltre 250, di cui solo 22 negli ultimi 12 mesi, che hanno generato complessivamente 2.000 posti di lavoro, un giro d’affari di 161 milioni e 182 di valore di produzione. Quest’anno, inoltre, le startup supportate hanno raccolto investimenti «seed» ed «early-stage» per 14,3 milioni, raggiungendo oltre 97 milioni di valore «postmoney aggregato». «Di queste 255, 169 sono tuttora attive e indipendenti, con una percentuale di sopravvivenza del 75%, di gran lunga superiore alla media nazionale, mentre 27 sono quelle acquisite da gruppo industriali», ha specificato Scellato. Nell’ultimo anno le exit sono state ben tre: Zucchetti, gruppo italiano che offre software e servizi alle imprese, ha comprato Intervieweb, nota sul mercato per il suo software In-recruiting, e il 51% di Fluida, piattaforma clouddi Employee Relationship Management (uno shopping a soli 15 mesi dalla nascita); Tps Group, invece, ha rilevato Dead Pixels, studio specializzato nella realizzazione di contenuto nell’ambito della computer grafica.
I3P è una società per azioni con un budget di circa 1,3 milioni di euro, alimentato da finanziamenti regionali, fee versate dalle startup e vendita di servizi: quest’anno ha ricevuto il riconoscimento di miglior incubatore pubblico su scala globale mentre 5 delle sue imprese hanno vinto i più importanti premi dell’innovazione in Italia, Enerbrain (Premio Marzotto), Clearbox (Premio Nazionale dell’innovazione nell’area Ict), Omnidermal Biomedics (Premio Leonardo), Ermes Cyber Security (Premio dei Premi) e Midori (Innovation2live).
«In futuro puntiamo ad ampliare il portafoglio attraverso tre canali — annuncia il presidente di I3P —: il potenziamento delle startup derivanti dalla ricerca accademica del Politecnico, l’attrazione sul territorio di progetti imprenditoriali da altre aree italiane e dall’estero, il supporto allo sviluppo di spin off industriali».
● Chiara Ferroni, ingegnere, è responsabile del Polo Ict e cluster manager di Torino Wireless, l’ente gestore