Dopo Bibbiano per i servizi sociali aiutare è più difficile, serve fiducia
Dopo il «caso Bibbiano» tutto il sistema dei servizi sociali è stato oggetto di discredito. È riecheggiata sui media l’accusa di essere «ladri di bambini». Un’accusa pericolosa perché se i servizi sociali vengono delegittimati, come possono poi intervenire nelle situazioni di «reale pregiudizio» per la vita dei minori? Queste situazioni esistono, non sono un’invenzione. Le cronache riportano ogni giorno notizie di bambine e bambini trascurati, maltrattati, abusati o vittime di «violenza assistita». Bambini che rischiano di trovarsi ancora più soli se si rompe la fiducia tra le istituzioni del welfare e l’opinione pubblica.
Questa fiducia è da ricostruire, con ogni mezzo, perché è un bene prezioso. Smontando anzitutto le tante fake news sul fenomeno. Perché non è vero che l’italia allontani i minori dalla famiglia più che altri Paesi (sono il 3 per mille della popolazione minorenne contro il 9‰ della Francia, l’8‰ della Germania). Semmai il problema è che si allontana quando la situazione è già compromessa, mentre bisognerebbe avere più risorse per intervenire prima.
Non è vero che solo pochi «collocamenti» fuori famiglia vengano effettuati nella cerchia parentale. La legge italiana tutela i legami familiari al punto che richiede che l’affido familiare sia l’opzione prioritaria, fino a parenti di quarto grado. Né è vero che la tutela dei minori sia un «giro d’affari». Chi accoglie un minore in affido si porta a casa una situazione difficile di cui prendersi cura, non certo una fonte di reddito.
Quello che è vero è che dovremmo investire di più in politiche per l’infanzia, l’adolescenza e le famiglie, contrastando la recessione anche demografica (nel 2018 sono nati in Italia 493mila bambini, 140mila in meno rispetto al 2008). E dovremmo permettere a quante più famiglie con carenze educative di avere una «seconda possibilità» di stare bene con i propri figli. Sostenendole prima che le situazioni esplodano, non solo dopo.
Delegittimare tutto il sistema dell’aiuto significa rinunciare a tutelare i soggetti più deboli. Un bambino ha diritto di crescere nella propria famiglia, ma solo se ci sono le condizioni. Altrimenti meglio separarlo, dando ai genitori il tempo e gli aiuti necessari per ripensarsi. Invece nel «dopo Bibbiano» aiutare è diventato più difficile: tanti operatori dell’area minori hanno chiesto il trasferimento, molte scuole hanno paura a segnalare, si è ridotto il numero già esiguo di famiglie affidatarie.
Se vince la sfiducia, perde il bambino, perdiamo tutti. Non possiamo consentirlo.
*Direzione Animazione Sociale