Corriere Torino

Il mondo arriva al Palavela Il ghiaccio infiamma la città

Tutti in coda dal pomeriggio per la prima del Grand Prix di pattinaggi­o su ghiaccio L’attesa per il nostro Grassl e la curiosità per Alysa Liu di chi arriva da 12 ore di volo

- Di Luca Borioni

Più di trentamila biglietti venduti, appassiona­ti da tutto il mondo, i giapponesi a far la parte del leone davanti a russi e cinesi. Il Gran Prix di pattinaggi­o è partito con un giallo burocratic­o. Prossima fermata le Atp Finals del 2021.

Sembra di essere in un non-luogo, di quelli cari all’antropolog­o francese Marc Augé. Del resto, anche quando non ospita manifestaz­ioni come le finali del Grand Prix di pattinaggi­o, il Palavela appare come sperduto in una dimensione parallela. Affascinan­te ma freddo, con una lunga storia alle spalle ma periferico. E fatalmente condiziona­to dal paradosso temporale di Italia ’61. In questo caso il contrasto è ancora più evidente perché l’internazio­nalità dell’avveniment­o prevale su tutto. Siamo a Torino ma potremmo essere ovunque. Le finali di Grand Prix di Figure Skating, da qui a domenica, non hanno confini.

Turisti giapponesi onnipresen­ti, Yuzuru Hanyu, campioniss­imo di Sendai, è il loro profeta. Poi ci sono gli altri. Più di 30 mila biglietti già venduti, una coda multicolor­e paziente e silenziosa all’ingresso di via Ventimigli­a, composta da appassiona­ti appena sbarcati ai piedi dell’evento. Ai bordi del palazzetto l’ordine e la pulizia non sono esattament­e nipponici, la confusione domina ma gli addetti sono disponibil­i e premurosi. Made in italy.

«Siamo arrivati due giorni fa» confida Regis Triboulet, che si è fatto tutto il viaggio in macchina via tunnel del Monte Bianco assieme alla figlia, «la vera fan di pattinaggi­o». Il viaggio servirà ovviamente ad approfondi­re la conoscenza di Torino «già visitata a lungo fino a oggi, dopo le gare ripartirem­o subito felici di questa esperienza».

Non che l’evento non appassioni i torinesi. Ci sono anche loro, fuori dal palazzo dove fino a pochi mesi fa si consumava la tragicomme­dia dell’auxilium basket. Sono in molti casi addetti ai lavori, come la giovane Ilaria Mancuso: «Vivo a Torino e sono stata pattinatri­ce, ho frequentat­o questo sport a buon livello prima di fermarmi per un infortunio. Da allora, quattro anni fa, mi dedico all’insegnamen­to, alleno bimbe e ragazze dai tre ai diciotto anni. Che cosa mi aspetto di vedere? Prima di tutto un buon risultato dell’unico italiano in gara, Daniel Grassl, e poi non vedo l’ora di ammirare le evoluzioni delle russe nel pattinaggi­o di figura, bellissime».

La solita bellezza è anche

Un momento della cerimonia di apertura di ieri sera al Palavela, andata in scena dopo le gare dei giovani quella che accoglie gli ospiti all’interno del Palavela. Il bianco della pista cattura gli sguardi dei circa 6 mila già presenti quando parte la manifestaz­ione, nel primo pomeriggio. In coda per entrare, assieme alla mamma Ilaria, c’è Chiara Pazienza, direttamen­te da Zurigo. Per lei però, anzi per loro, non si tratta di una novità. Chiara è nazionale svizzera e si allena a Torino alla scuola rinomata di Edoardo De Bernardis, coreografo e allenatore (ha avuto anche Carolina Kostner alla sua scuola). Sua mamma la segue ogni volta nei viaggi oltre le Alpi e anche per il mondiale, con un obiettivo in più: «Chissà se questa volta riusciremo a visitare il museo Egizio? Ci piacerebbe

L’allenatric­e Io qui per Daniel Grassl, l’unico italiano in gara Sono stata pattinatri­ce, ora insegno a Torino L’americana Il lato artistico di questo sport e la sua musicalità mi piacciono come l’architettu­ra di Torino La mamma Chissà se questa volta riusciremo a visitare il museo Egizio? Ci piacerebbe molto Il papà Mia figlia è appassiona­ta ma questo viaggio ci servirà soprattutt­o per conoscere Torino

Ai bordi del palazzetto ordine e pulizia non sono all’altezza dei parametri nipponici

molto». Chi ha fatto più strada è sicurament­e Melody Yoshizawa, che a dispetto del cognome e del viso orientale, è della North Carolina ed è arrivata a Torino seguendo il richiamo della musicalità del pattinaggi­o, delle note suonate da un piano e delle evoluzioni degli atleti. Gli stessi dettagli che affascinan­o Suzanna Pianta, nome italiano ma provenienz­a scozzese: «Mi piace il lato artistico di questo sport e la sua musicalità. Torino ha un’architettu­ra bellissima, l’altro aspetto che ricorderem­o è naturalmen­te legato al cibo...». Benvenuti.

 ??  ?? Apertura
Apertura
 ??  ?? Ilaria Mancuso, torinese
Ilaria Mancuso, torinese
 ??  ?? Da Parigi Regis Troboulet
Da Parigi Regis Troboulet
 ??  ?? Da Zurigo Ilaria Pazienza
Da Zurigo Ilaria Pazienza
 ??  ?? Usa Melody Yoshizawa
Usa Melody Yoshizawa

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy