«Béngasi, prossima fermata Béngasi»
Lara, la voce della metropolitana: «Facevo la deejay, cominciai per gioco»
La voce che annuncia ai passeggeri l’arrivo nelle stazioni della metropolitana di Torino è quella di Lara Ladu. Lara è una delle segretarie di Infra.to che, nel 2006, registrò quasi per gioco il primo spot di prova della metropolitana di Torino. La sua dizione perfetta colpì i vertici della società che si occupa della realizzazione dell’opera e Lara ha poi inciso tutti gli avvisi che ogni giorno vengono diffusi al momento di arrivo e partenza dei treni, oppure in caso di emergenza. Ieri mattina Lara è salita sul palco di Collegno per l’inaugurazione del cantiere, dando finalmente un volto alla voce che accompagna i viaggiatori dal Lingotto a Fermi. Ma è sulla fermata Bengasi che anche in azienda si è acceso il dibattito. Lei sostiene— a ragione — che l’accento va messo sulla a mentre a Torino la pronuncia corrente lo fa cadere sulla e. E dunque Lara nella metro torinese dirà: «Fermata Béngasi».
La popolarità I figli dei miei amici mi chiedono sempre di ripetere per gioco l’annuncio della stazione. Invece ho scoperto che su Facebook mi prendono in giro
«Prossima fermata Collegno Centro». I lavori sono iniziati ieri, ma la voce che annuncerà ai passeggeri l’arrivo nelle stazioni sarà sempre la stessa. Quella di Lara Ladu, 46 anni, una delle segretarie di Infra.to che, nel 2006, registrò quasi per gioco il primo spot di prova della metropolitana di Torino. La sua dizione perfetta colpì i vertici della società che si occupa della realizzazione dell’opera e Lara ha poi inciso tutti gli avvisi che ogni giorno vengono diffusi al momento di arrivo e partenza dei treni, oppure in caso di emergenza. Ieri mattina Lara è salita sul palco di Collegno per l’inaugurazione del cantiere, dando finalmente un volto alla voce che accompagna i viaggiatori dal Lingotto a Fermi. Ci racconta come è nata l’idea di registrare quegli annunci?
«Assolutamente per caso. Io lavoro in Infra.to dal 2002 e quattro anni dopo ci fu la prima messa in esercizio della metropolitana. In ufficio eravamo una ventina, bisognava fare tante cose e in poco tempo. Un giorno qualcuno disse “ci serve una voce per il sistema di messaggistica” e un collega mi convinse a provare». Perché proprio lei ?
«Dopo il liceo, ho fatto la deejay per un lungo periodo. Erano gli anni Novanta e la mia passione è sempre stata la sonorizzazione degli spazi, una ricerca musicale adatta per eventi, inaugurazioni e aperitivi. Mi sono specializzata in musica “lounge”, un genere che stava prendendo piede in quel periodo ed ero diventata anche abbastanza nota nell’ambiente torinese. Ho lavorato per Musica Novanta, Club to Club e per la presentazione del calendario Lavazza da Eataly. Per circa tre anni, sono stata anche la speaker di Radio Flash. All’inizio leggevo solo brevi testi e poi mi hanno affidato un programma serale tutto mio che si chiamava “Effetti sonori”. Pensavo che sarebbe potuta essere la mia attività principale e ho frequentato anche un corso di dizione al “Centro D” di Iginio Bonazzi in via Verdi. Poi però le cose sono andate diversamente: avevo bisogno di mantenermi e di uno stipendio fisso. E così alla fine ho scelto un lavoro più “tradizionale”, nel 2002 sono entrata in Infra.to e adesso sono segretaria della direzione tecnica» Avrebbe mai immaginato di diventare la «voce della metropolitana»?
«Francamente proprio no. Però è strano sentire la mia voce mentre sono sul treno. Non mi piaccio mai, trovo sempre dei difetti e quando mi riascolto, mi rifaccio mentalmente il verso, Tanto ormai il messaggio è registrato. Una volta a fianco a me c’erano due turiste straniere, probabilmente inglesi, che cercavamo di imitare i miei avvisi ad ogni fermata. Ascoltarle senza cje loro sapessero chi io fossi è stato molto divertente». È mai capitato che qualcuno riconoscesse la sua voce?
«Finora no, ma i figli dei miei amici mi chiedono sempre di ripetere per gioco l’annuncio della stazione. Per loro sono diventata una specie di star. Invece ho scoperto che su un gruppo Facebook mi prendono in giro perché dicono che l’avviso della fermata XVIII dicembre si sente male e sembra che mi mangi le parole. Si lamentano del fatto che alle loro orecchie arriva “...ciotto... embre”. Non so come sia stato possibile ma non è colpa mia, probabilmente è un problema di registrazione o di altoparlanti che diffondono l’annuncio» Come li avete incisi quei messaggi?
«All’inizio in maniera molto artigianale. Sono andata con il mio collega in una sala prova e ho registrato una prima lettura. È piaciuta ai vertici dell’azienda e a quel punto
abbiamo inciso gli annunci di tutte le fermate negli studi di Radio Zip, la stazione radio della metropolitana. Quasi tutte, in realtà. Perché per i due capolinea è stata scelta una voce maschile, quella di un attore professionista». La metropolitana di Torino è diventata protagonista anche della sua tesi di laurea. Come mai?
«Tanti anni fa mi ero iscritta alla facoltà di Lingue Orientali e nel 2014 ho deciso di riprendere gli studi, sempre in Lingue ma con indirizzo comunicazione. Sono riuscita a laurearmi in tre anni e mezzo e, per ottimizzare i tempi, ho cercato un argomento che mi interessasse e avesse a che fare con il mio lavoro. Ho trovato una grande disponibilità e per la mia tesi ho scelto il tito
lo “I messaggi di emergenza sonori della metropolitana automatica di Torino Linea 1: Traduzione automatica e usabilità”. Ho ricevuto anche un premio e adesso sono iscritta alla corso di laurea magistrale in Lingue per la comunicazione internazionale» Ha già registrato il messaggio di arrivo nella prossima stazione?
«Sì, quello del prolungamento in piazza Bengasi e c’è stato un grosso dibattito interno su come va annunciato. Io sono una linguista e so che la pronuncia corretta dovrebbe essere Bengàsi con l’accento sulla “a”. Però bisogna tenere conto del fatto che siamo a Torino dove tutti mettono l’accento sulla “e”. Per il momento ha prevalso la seconda opzione, ma magari prima dell’inaugurazione si cambierà ancora idea. Secondo me, però, è più giusto così. Del resto se vuoi andare a Bengàsi vai a Caselle e prendi l’aereo, mentre se vuoi andare a Béngasi resti a Torino e viaggi in metro. Potrebbe diventare lo spot per pubblicizzare la nuova fermata».
L’autocritica È strano sentire la mia voce mentre sono sul treno. Non mi piaccio mai e quando mi riascolto, mi rifaccio mentalmente il verso. È divertente