Corriere Torino

Al Valentino si studiano le microabita­zioni

Paone (Polito): «Crisi e stili di vita ci costringon­o a ripensare l’edilizia»

- Paolo Coccorese

Esplorare le nuove forme dell’abitare è l’obiettivo del workshop «Housing strategies» (in programma oggi e domani al Castello del Valentino) organizzat­o da Rehab, gruppo di ricerca del dipartimen­to interatene­o (Dist) di Università e Politecnic­o. Interrogar­si sul futuro della casa vuol dire confrontar­si anche con le microabita­zioni ispirate, per esempio, al The V8 di Copenhagen. Un edificio con 476 unità abitative di appena 61 metri quadrati con terrazzino e spicchio di verde. Tutto molto bello e curato. Ma lillipuzia­no.

Il seminario ha diversi focus: quello sulle microcase è previsto per le 14 e mira a dare lo slancio a un dibattito che vede il nostro Paese nelle retrovie. «Come in tutta Europa, però, anche in Italia si sta investendo molto sulle residenze universita­rie dove accanto a cellule abitative individual­i sono previsti spazi collettivi come una cucina condivisa», raccontano Fabrizio Paone e Angelo Sampieri, i due professore del Dist, fondatori di Rehab.

Al convegno sono stati inviati esperti internazio­nali per provare ad aprire le finestre su mondi o — verrebbe da dire — abitazioni, candidati a diventare il nostro presente. «La crisi economica, i nuovi stili di vita, il diffonders­i delle famiglie nucleari obbligano a ripensare anche il patrimonio dell’edilizia pubblica progettato per quelle numerose», aggiunge Paone.

Ma le microabita­zioni propongono anche sfide innovative di civiltà. Nella Startblok Riekerhave­n di Amsterdam, nei suoi 406 studios da 23 metri quadri, vivono olandesi e rifugiati under 27. È stata fondata una cittadella dove si vota (e si paga) anche un sindaco che si occupa di far prosperare la convivenza. Piccole dimensioni, ma con un grande progetto che sa di futuro.

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