«La mia Carmen è forte e folle, sempre alla ricerca dell’amore»
«Carmen non cederà mai! Libera è nata, e libera morirà!». Questo carattere focoso e ardente ha fatto sì che il personaggio di Bizet entrasse in un immaginario collettivo che sfugge alla lirica in senso stretto. Martedì ci sarà la prima al Teatro Regio con la regia di Stephen Medcalf e a interpretare la zingara di Siviglia sarà il mezzosoprano franco-armeno Varduhi Abrahamyan.
Varduhi, come sarà la «sua» Carmen?
«Carmen è un personaggio che ha conquistato chiunque sia presente in un teatro lirico. Ogni persona ha la sua idea di Carmen. La mia è innanzitutto una donna forte, per nulla volgare. Di lei amo l’energia e la ricerca instancabile dell’amore. M’intriga anche la sua follia: Carmen non pensa a costruirsi un futuro. Vive giorno per giorno».
La forza è anche una sua caratteristica?
«Credo di essere una persona forte come si deve essere in questo ambiente. Per il grande amore che nutriamo nei confronti di questo lavoro siamo spesso lontani dalle nostre famiglie. Tanta è però la felicità di cantare che tutto assume un senso. La mia vita, fin da bambina, è sempre stata piena di gioia. Mi sento privilegiata nel poter fare ciò che amo, nell’incontrare sempre persone nuove. Abbiamo una vita sola e non dobbiamo sprecarla nella tristezza».
Parla molto bene l’italiano.
Dove l’ha imparato?
«Adoro la lingua italiana. Mentre voi parlate, state già cantando. L’opera, certamente, è la motivazione principale. Quelle in italiano sono molto più belle, arrivano al cuore e sono più efficaci. Cantare in francese o tedesco è più difficile».
Come si prepara?
«È un mestiere complesso perché al contempo dobbiamo cantare ed essere brave attrici di teatro. È fondamentale cercare la profondità del personaggio, immaginarlo, costruirlo. Apprezzo le interpretazioni passate e presenti delle mie colleghe, ma per me è essenziale non imitare nessuno. È importante la complicità con il regista. Nel caso di questa Carmen, ritengo che il punto di vista di Stephen sia molto interessante, mi piace».
È la sua prima volta a Torino. Che impressioni ha?
«Sono qui da una settimana, perché ero impegnata a Bergamo su un altro spettacolo. Mi trovo molto bene e apprezzo la disponibilità estrema di tutti. Purtroppo non ho ancora avuto il tempo di fare un giro ma spero di riuscirci presto perché so che è un luogo speciale. Anche i bergamaschi me lo dicevano».