Al Podiciotto il calcio si gioca con il Birreal
E si discute sognando Buffon
Al Podiciotto c’è ancora il clima caldo di quando quei locali si chiamavano J’amis d’la piola. Ma dove una volta scorrevano le bocce adesso rotola un pallone. Barbera e calcio a cinque. Sulla rive droite del Po, in corso Moncalieri 18, c’è la nuova casa della società sportiva dilettantistica «I Papà del Calcetto». In questa piola con vista sul fiume il calcio è sia parlato che giocato, sul nuovissimo campetto in erba sintetica che ha ospitato gli European Masters Games. Tra gli avventori ci sono anche i 250 iscritti alla T-cup, torneo amatoriale partito come piccola esperienza di un gruppo-classe della Tommaseo e letteralmente esploso nel giro di sei anni. Dando vita a una comunità pallonara, con 25 squadre composte dai papà degli allievi di sette istituti scolastici. I nomi spesso scimmiottano quelli dei grandi club: Divano Kiev, Birrareal, Atletico Ma Non Troppo. Ma ci sono anche i Calcetto La Qualunque e i Wine Boys, questi ultimi con le maglie granata a dispetto dei cuori bianconeri: «Non è granata, io direi più vinaccia — precisa Paolo Bartoli —. È il colore del nebbiolo che tanto amiamo». Vicino a lui c’è il titolare di Podiciotto, nonché l’ideatore
di questo torneo che «ormai è diventato un campionato, con più squadre di quelle iscritte alla Serie A». Si chiama Gianluca Orecchini, ha origini romane e il cuore giallorosso. «Spero tanto che la mia Roma faccia un bello scherzetto all’inter capolista e che la Juventus fermi la Lazio. Sarebbe il weekend perfetto per la mia famiglia, visto che mio papà e mio figlio sono gobbi». Lo spera tanto anche lo stesso Paolo, con il suo sfottò vintage: «Mi auguro tanto che segni Totti». Qualcuno fa notare che Zaniolo ha qualcosa del Pupone. Paolo rilancia. «Infatti lo vedo già con meno colori addosso, un po’ più in bianco e nero». Gianluca trema: «Spero tanto che non faccia la stessa fine di Pjanic e Szczesny». Paolo ha pronta la contropartita: «Se dovesse succedere, ti offro un bicchiere di nebbiolo». Gianluca accetta: «Meglio che niente».
Ma più della Serie A qui tiene banco la T-cup. Oltre all’almanacco — stile Panini, ma marchiato Papini — con tutti i volti dei papàcalciatori, da quest’anno c’è anche la diretta in streaming delle partite. Dalla prime edizioni che coinvolsero anche l’ex giocatore e allenatore granata Ezio Rossi, il livello tecnico si è alzato sensibilmente. E anche l’agonismo, con tutti i rischi del caso per chi è più competitivo nel terzo tempo, quello che si gioca davanti al bancone del Podiciotto. Tra una birra e l’altra c’è chi la spara grossa chiedendo l’anonimato: «Alla prossima papera, Buffon può tranquillamente venire qui a giocare con noi». Gianluca ci mette subito la firma: «Volentieri! Gigi è Gigi. E poi alla T-cup i portieri sono pochi e ricercatissimi. Buffon lo recluterebbero molto volentieri, sicuramente, anche i tifosi del Toro». Fanno parte di questa categoria le due bariste del Podiciotto, Valentina Perasso e Sonia Potente, che però in questo periodo hanno pensieri soltanto per Belotti: «Il suo infortunio proprio non ci voleva. Speriamo che il Gallo torni alla svelta, abbiamo troppo bisogno di lui», dicono praticamente in coro. A proposito di ritorni c’è chi invece non vede l’ora che le maglie della Juventus tornino come un tempo: «Ricordate quanto erano belle le strisce strette, con lo sponsor Ariston? — dice Claudio Costa — Ecco, quelli erano proprio bei tempi». Sarà anche perché allora i papà del calcetto avevano 30 anni in meno.