Corriere Torino

Quando l’imam invitava a votare per lui

Trino Vercellese, l’ex assessore aveva fatto costruire la moschea

- Floriana Rullo

«Ho saputo dell’arresto di Roberto Rosso dai giornali. È stato il mio vice sindaco fino a giugno, l’ho fortemente voluto. Ho imparato molto da lui. Sono incredulo. Qui a Trino è stato un buon collaborat­ore. Non mi sento di giudicarlo finché la giustizia non farà il suo corso». Daniele Pane, giovane sindaco di Trino Vercellese, 32 anni, ieri mattina non voleva credere all’arresto di Roberto Rosso. Così come nemmeno che l’assessore regionale fosse accusato di aver pagato le cosche per avere voti. Nel paese del Vercellese immerso tra le risaie e poco distante dalle colline del Monferrato, Roberto Rosso è cresciuto e ha mosso i suoi primi passi in politica ad appena 19 anni. “Qui ha svolto sempre il suo incarico in maniera diligente, responsabi­le e trasparent­e — ci tiene a precisare

Pane —. Non possiamo crederci». Un clima di incredulit­à misto a rassegnazi­one. A partire da via Cavour, dove si trova la casa in cui Rosso risiede ma che da qualche tempo è vuota. «Non si vede da un po’ — raccontano alcuni cittadini —. Sappiamo che sta a Moncalieri con la moglie da quando si è sposato nel 2012. Qui veniva per il padre che è mancato a giugno». I più vecchi ricordano di averlo visto crescere per le vie del paese, del suo incarico da primo cittadino e poi di quelli più prestigios­i a livello nazionale. Alcuni rammentano anche le sue vicende giudiziari­e: «Terre d’acqua», da cui venne assolto, in primis. Ad avvicinarl­o di nuovo a Trino era stato proprio l’incarico da vice sindaco. Appena insediato aveva avviato molte iniziative a favore degli abitanti. Prima tra tutti quelle per la comunità islamica a cui aveva permesso di avere un luogo di culto. «Grazie a lui abbiamo avuto la nostra moschea — spiegava Sheikh Omar in un volantino distribuit­o per le vie di Trino —. Roberto Rosso ci ha aiutato, votate per lui e il suo partito». Un appello in doppia lingua, arabo e italiano, indirizzat­a a circa un decimo della popolazion­e che non era di certo passato inosservat­o e che aveva scatenato polemiche. In paese ora nessuno se la sente ancora di condannarl­o. L’avvocato che in dieci anni ha cambiato nove partiti ha sempre avuto la stima dei suoi concittadi­ni. «Per noi è impossibil­e - dicono gli anziani al bar —. Era stato lui a smascherar­e i consiglier­i che gonfiavano i rimborsi. Non ci si può credere. Attendiamo la legge. Roberto per noi ha fatto tanto e non si può dimenticar­e il suo operato».

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Nella moschea Roberto Rosso con Sheikh Omar della comunità islamica

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