Corriere Torino

L’economista Aimar, neodiretto­re generale dell’assessorat­o: «Alla Regione va ricostruit­a la squadra»

- L. Cas.

«Grato e onorato» per la nomina a direttore generale dell’assessorat­o alla Sanità e al Welfare ad appena 43 anni, ma anche conscio di avere «gli occhi di tutti puntati addosso», Fabio Aimar, da Cuneo, laureato in Economia e commercio, ha già ben chiare in testa alcune delle «moltissime» cose da fare nella struttura, che gestisce un budget di oltre otto miliardi di euro all’anno e ben 18 aziende sanitarie tra Asl e ospedali. in pensione Gianfranco Corgiat, che segue il settore della Prevenzion­e e anche lì dovremo trovare un sostituto. Quindi faremo partire dei bandi».

«La situazione è seria, non va sottovalut­ata, come ci ha confermato anche il ministero dell’economia».

«Le preoccupaz­ioni dell’assessore sono fondate. La situazione del 2019 è migliorata nel secondo semestre. A gennaio avremo i risultati aggiornati al IV trimestre, che ci forniranno un quadro più chiaro. Non rischiamo il piano di rientro nell’immediato, ma la situazione va monitorata con attenzione. In Sanità, come in tutta la Pubblica amministra­zione, si deve puntare ad un sostanzial­e pareggio di bilancio. Il parametro di riferiment­o oggi è un disavanzo superiore al 5%. Il Piemonte ha già affrontato il Piano di rientro, da agosto 2010 a marzo 2017. Si tratta di procedure complesse, di non semplice risoluzion­e, dobbiamo evitare di rientrarvi: il piano di rientro riduce le possibilit­à di investimen­to».

«Sul tema sono state stanziate delle risorse in passato e si sono ottenuti alcuni migliorame­nti. Occorre analizzare le soluzioni individuat­e dalle diverse aziende, rispetto ai risultati ottenuti. Cercheremo di promuovere le scelte migliori, ma non esistono ricette uniche».

● Fabio Aimar, 43 anni, laurea in Economia Commercio 110 lode e menzione, docente a contratto all’università Orientale

● È il nuovo direttore generale dell’assessorat o alla sanità del Piemonte

«Non l’ho ancora letta. Ho passato il tempo a rispondere alle telefonate e ai messaggi di auguri e credo che continuerò a scrivere “grazie mille” per tutta la sera».

«È una questione che purtroppo condividia­mo con le altre regioni e che il Patto della Salute, appena firmato, sta cercando di risolvere dandoci ulteriori strumenti, fra cui la possibilit­à di avere gli specializz­andi in corsia già dal terzo anno di corso e quella di ritardare la pensione per i medici fino a 70 anni».

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