«Penone come Greta Ci dice che siamo natura»
L’attore Bissaca oggi entrerà dentro l’opera dell’esponente dell’arte povera in mostra a Cuneo e ne leggerà alcune poesie
«Le foreste, i giardini, i parchi con i loro alberi racchiusi nelle porte, nei tavoli, nei pavimenti, nelle navi e nei carri». Non soltanto bronzo, materia e scultura, l’opera d’arte di Giuseppe Penone è fatta anche dalla parola scritta, raccolta nel volume Scritti, una collezione di 190 testi poetici. Oggi, a partire dalle 17, nell’ambito della mostra Giuseppe Penone Incidenze nel vuoto in programma fino al 2 febbraio, all’interno del complesso monumentale di San Francesco a Cuneo (via Santa Maria 10) ci sarà la lettura di alcuni brani di Penone, uno dei principali rappresentanti dell’arte povera che questo pomeriggio sarà protagonista nella quasi inedita veste di letterato (l’ingresso è libero).
A dare voce e interpretazione agli scritti dell’artista nato a Garessio nel 1947 e finalista al Turner Prize nel 1989, sarà l’attore torinese Gianni Bissaca, che ha curato anche la selezione dei testi per l’evento collaterale, anch’esso promosso dalla Fondazione Crc e curato dalla direttrice del Museo di Arte contemporanea del Castello di Rivoli Carolyn Christov-bakargiev.
Il sottofondo e soprattutto la sperimentazione musicale sono affidati alle sonorizzazioni elettroacustiche di studenti e docenti del Conservatorio Ghedini di Cuneo, per creare un tris di performance «con il proposito di metterci in relazione con il prodigioso bosco creato da Penone nel corso della sua carriera».
Bissaca, conosceva l’opera di Penone come scrittore?
«No, è stata una interessante scoperta che ho fatto preparando questo progetto. Conosco e ammiro le sculture di Penone da sempre, ma non immaginavo che scrivesse così bene. I suoi scritti, che nella maggior parte dei casi sono preparatori alle opere d’arte, sono considerazioni poetiche e filosofiche sul rapporto che l’uomo ha con la natura. Leggendole mi sono accorto che possono vivere di vita propria, diventare autonome, opere narrative fini a se stesse».
Il titolo del suo reading è una frase di Penone: «L’uomo non è attore o spettatore ma semplicemente natura». Cosa ne pensa?
«Sono assolutamente d’accordo. La dialettica tra cultura e natura ha prodotto quello che siamo, gli uomini di oggi. Ma credo che la Natura continui a prevalere, ad essere padrona del mondo. Ultimamente ce ne stiamo rendendo conto ogni giorno grazie a Greta Thunberg e al suo attivismo che condivido pienamente: noi siamo parte della natura, la sua fragilità è anche il nostro punto debole».
Che opere ha scelto per il suo reading?
«Ho cercato di ripercorrere fedelmente i primi quarant’anni della carriera dell’artista, dal 1968 al 2008. Tra i testi che ho scelto ci sono: Catturare il verde del bosco, Ogni stagione dà una pelle al legno, ogni legno ricorda le stagioni, Pelle di marmo, Muri, Il respiro è scultura, in cui l’artista afferma che basta un soffio per modificare l’aria che lo circonda, ogni movimento è un azione che scolpisce e incide sul mondo che ci circonda. In sottofondo, il pubblico potrà sentire sonorizzazioni elettroacustiche, ovviamente naturali, che si creano manipolando elementi che appartengono alla natura».
L’opera di Giuseppe Penone esposta nel complesso monumentale di San Francesco a Cuneo nell’ambito della mostra «Incidenze nel vuoto» in programma fino al 2 febbraio
È vero che farà il suo reading all’interno della scultura «Matrice»?
«Ebbene sì, la navata centrale della chiesa di San Francesco è attraversata da un lungo abete diviso in due sezioni, subito dietro, nell’abside c’è una cupola di bronzo, io sarò per così dire installato proprio lì in mezzo, farò quindi indegnamente parte della scultura».
Ha avuto modo di conoscere Penone per preparare questo appuntamento?
«Purtroppo no, ma spero che questa sia l’occasione di incontrarlo».