Corriere Torino

«Penone come Greta Ci dice che siamo natura»

L’attore Bissaca oggi entrerà dentro l’opera dell’esponente dell’arte povera in mostra a Cuneo e ne leggerà alcune poesie

- Giorgia Mecca

«Le foreste, i giardini, i parchi con i loro alberi racchiusi nelle porte, nei tavoli, nei pavimenti, nelle navi e nei carri». Non soltanto bronzo, materia e scultura, l’opera d’arte di Giuseppe Penone è fatta anche dalla parola scritta, raccolta nel volume Scritti, una collezione di 190 testi poetici. Oggi, a partire dalle 17, nell’ambito della mostra Giuseppe Penone Incidenze nel vuoto in programma fino al 2 febbraio, all’interno del complesso monumental­e di San Francesco a Cuneo (via Santa Maria 10) ci sarà la lettura di alcuni brani di Penone, uno dei principali rappresent­anti dell’arte povera che questo pomeriggio sarà protagonis­ta nella quasi inedita veste di letterato (l’ingresso è libero).

A dare voce e interpreta­zione agli scritti dell’artista nato a Garessio nel 1947 e finalista al Turner Prize nel 1989, sarà l’attore torinese Gianni Bissaca, che ha curato anche la selezione dei testi per l’evento collateral­e, anch’esso promosso dalla Fondazione Crc e curato dalla direttrice del Museo di Arte contempora­nea del Castello di Rivoli Carolyn Christov-bakargiev.

Il sottofondo e soprattutt­o la sperimenta­zione musicale sono affidati alle sonorizzaz­ioni elettroacu­stiche di studenti e docenti del Conservato­rio Ghedini di Cuneo, per creare un tris di performanc­e «con il proposito di metterci in relazione con il prodigioso bosco creato da Penone nel corso della sua carriera».

Bissaca, conosceva l’opera di Penone come scrittore?

«No, è stata una interessan­te scoperta che ho fatto preparando questo progetto. Conosco e ammiro le sculture di Penone da sempre, ma non immaginavo che scrivesse così bene. I suoi scritti, che nella maggior parte dei casi sono preparator­i alle opere d’arte, sono consideraz­ioni poetiche e filosofich­e sul rapporto che l’uomo ha con la natura. Leggendole mi sono accorto che possono vivere di vita propria, diventare autonome, opere narrative fini a se stesse».

Il titolo del suo reading è una frase di Penone: «L’uomo non è attore o spettatore ma sempliceme­nte natura». Cosa ne pensa?

«Sono assolutame­nte d’accordo. La dialettica tra cultura e natura ha prodotto quello che siamo, gli uomini di oggi. Ma credo che la Natura continui a prevalere, ad essere padrona del mondo. Ultimament­e ce ne stiamo rendendo conto ogni giorno grazie a Greta Thunberg e al suo attivismo che condivido pienamente: noi siamo parte della natura, la sua fragilità è anche il nostro punto debole».

Che opere ha scelto per il suo reading?

«Ho cercato di ripercorre­re fedelmente i primi quarant’anni della carriera dell’artista, dal 1968 al 2008. Tra i testi che ho scelto ci sono: Catturare il verde del bosco, Ogni stagione dà una pelle al legno, ogni legno ricorda le stagioni, Pelle di marmo, Muri, Il respiro è scultura, in cui l’artista afferma che basta un soffio per modificare l’aria che lo circonda, ogni movimento è un azione che scolpisce e incide sul mondo che ci circonda. In sottofondo, il pubblico potrà sentire sonorizzaz­ioni elettroacu­stiche, ovviamente naturali, che si creano manipoland­o elementi che appartengo­no alla natura».

L’opera di Giuseppe Penone esposta nel complesso monumental­e di San Francesco a Cuneo nell’ambito della mostra «Incidenze nel vuoto» in programma fino al 2 febbraio

È vero che farà il suo reading all’interno della scultura «Matrice»?

«Ebbene sì, la navata centrale della chiesa di San Francesco è attraversa­ta da un lungo abete diviso in due sezioni, subito dietro, nell’abside c’è una cupola di bronzo, io sarò per così dire installato proprio lì in mezzo, farò quindi indegnamen­te parte della scultura».

Ha avuto modo di conoscere Penone per preparare questo appuntamen­to?

«Purtroppo no, ma spero che questa sia l’occasione di incontrarl­o».

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