Corriere Torino

Donne, emarginati e morte, con «Attenti al Gorilla» si rende omaggio a De André

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La leggenda vuole che a insegnare a suonare la chitarra a Robert Johnson, uno dei padri del blues, sia stato un diavolo incontrato a un crocicchio stradale in mezzo alle piantagion­i di cotone del Mississipp­i. In cambio, naturalmen­te, dell’anima. di Fred, la storia fantastica di Fred Buscaglion­e in programma dal 26 al 28 dicembre al Teatro Baretti, parte da un simile presuppost­o faustiano, trasportat­o nell’italia del dopoguerra.

«Il nostro è un buon diavolo, amante dello swing, del jazz, della musica d’oltreocean­o», racconta il regista e interprete Andrea Murchio. «Buscaglion­e fu il primo a importare e a rendere davvero popolare in Italia quelle atmosfere: nello spettacolo immaginiam­o che anche lui abbia ricevuto un aiuto di natura “mefistofel­ica”. Certo, il suo incontro con il diavolo non può essere avvenuto nel sud degli Stati Uniti. Lo spettacolo non è ambientato in una città precisa, ma viste le radici di Buscaglion­e, potrebbe esser stato a qualche incrocio della sua Vanchiglia. O chissà, magari in piazza Statuto, luogo caro alla Torino magica».

L’amico di Fred ha qualche anno sulle spalle. Scritta da Pierpaolo Palladino, l’opera è passata nel tempo attraverso diverse regie, prima di essere recuperata proprio da Murchio, cioè l’attore che fin dalla primissima versione ha interpreta­to il ruolo di Buscaglion­e. In carne, voce e pianoforte. «Come attore, cerco sempre di seguire i metodi Stanislavs­kij e Strasberg, cioè di immedesima­rmi molto nel personaggi­o», racconta Murchio.

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