Corriere Torino

Uberto ha legato all’amore del Brasile tutta la carriera di regista e scrittore

- Di Floriana Rullo

Uberto Molo, scrittore e regista, è morto a Torino dove era nato nel 1946 costruendo poi la sua carriera artistica. Una vita che poi aveva subito l’influenza e il fascino del Brasile, una terra che lo aveva quasi stregato. Durante la sua giovinezza ribelle aveva sempre preferito i quartieri bohémien degli artisti torinesi mentre, parallelam­ente, frequentav­a l’università. Era interessat­o alla fotografia e per inquadrare città, volti e natura era andato per la prima volta in Brasile nel 1964. Da quel viaggio aveva sempre sognato di tornare per viverci. Ci riuscì solo nel 1973 e aprì, a Rio de Janeiro, Sky Light Cinema Foto Art Ltda., agenzia con un ruolo importante nella produzione e distribuzi­one di film. Regista e sceneggiat­ore di documentar­i, alcune delle sue produzioni hanno ricevuto numerosi riconoscim­enti, come il primo lungometra­ggio «Storm» e poi «Amazingly». Dopo aver lasciato il cinema, si era poi dedicato alla television­e, fondando Eco TV e la Educationa­l Coastal Network TV, con emittenti televisive a Macaé, Cabo Frio, Buzios e Barra da Tijuca. Sotto la sua supervisio­ne sono nati i più grandi esperti della tv brasiliana. «Aveva il dono di individuar­e i talenti — raccontano gli amici —. Non se li faceva scappare. E gli insegnava tutti i trucchi del mestiere». Appassiona­to di motori era stato anche pilota di auto da corsa, vincendo il campionato brasiliano Endurance GT nel 2006. Oltre alle sue attività nel settore turistico, si è dedicato alla produzione di vino a Teresopoli­s. Aveva a lungo vissuto in Brasile, dove era diventato padre di cinque figli, ha vissuto una vita ricca di affetti, iniziative e progetti realizzati. Aveva la capacità di insegnare agli altri il mestiere che tanto amava. «Era un uomo buono, gentile con tutti — raccontano gli ex dipendenti —. Si comportava come un vero padre con ognuno di noi. Molti di noi hanno imparato da lui a fare questo lavoro. Sin da quando eravamo giovani ci ha preso sotto la sua protezione. Ci mancherann­o i suoi consigli. Per tutti è stato un pilastro importante e un motivo di crescita».

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