Erbe berbere, tradizione di Porta Palazzo
Da Mohamed, Abib e Abdul la menta marocchina fresca «naa naa»
«Un tè senza la menta è come una notte senza la luna...» recita un proverbio berbero maghrebino e questo detto vale in ogni luogo che accoglie una comunità marocchina. Torino ne ospita e per tutti Porta Palazzo è un riferimento.
«Un tè senza la menta è come una notte senza la luna...» recita un popolare proverbio berbero maghrebino e questo detto è sacrosanto e vale in ogni luogo che accoglie una comunità marocchina. Torino ne ospita una delle più popolose in Italia e per tutti il mercato di Porta Palazzo è il punto di riferimento. Come nelle antiche medine di Fès, Meknes e Marrakech, in piazza della Repubblica, oltre al suqmercato, ci sono la Moschea della Pace e l’hammam del Dar al Hikma; non poteva quindi mancare la menta o naa naa per dirlo nella lingua del Profeta.
«Quando iniziai a commercializzarla, una ventina d’anni fa, importandola fresca direttamente dal Marocco, ne arrivavano tutti i giovedì circa 50.000 mazzi!» racconta Mohamed Dhrourhi, un pioniere del cibo halal e dei prodotti marocchini sulla piazza. Oggi Mohamed, forte della sua esperienza, ha aperto uno studio di consulenza per supportare i suoi connazionali nelle attività di import-export da e per il Marocco. «Il commercio delle aromatiche marocchine è completamente cambiato. Ora arrivano direttamente al Mercato Generale di Torino e rappresentano un bel business per chi le importa dal Marocco, ma anche dall’andalusia e dalla Provenza, oltre a una fonte di sostentamento per i giovani venditori ambulanti maghrebini», aggiunge.
Secondo la tradizione marocchina la menta deve essere disponibile fresca ogni venerdì, il giorno di festa sacro nell’islam, per poter garantire alla famiglia e gli ospiti la più importante bevanda che caratterizza l’arte del ricevere in ogni casa. Oltre alla menta marocchina (Mentha spicata) o spearmint, che è più dolce e profumata delle nostre varietà, s’importano altre erbe aromatiche della tradizione berbera usate nei diversi periodi dell’anno per aromatizzare l’atay bl’ naa naa, il decotto di te verde cinese gunpowder.
Ora siamo in inverno e, in aggiunta alla naa naa, il té si arricchisce dei sentori aromatici delle foglie di melissa, del flio o pennyroyal, un’altra varietà di menta (Mentha pulegium), ma soprattutto dell’assenzio o shiba, il più pregiato dei quali arriva dai villaggi berberi dell’alto Atlante. «La shiba cresce anche qui da voi! D’estate la raccolgo sulle montagne della Val di Susa e ho provato a coltivarla nel mio piccolo orto a Settimo Torinese... solo che è meno profumata e non fa sognare a colori come la nostra», spiega un vecchino che ne compra tre mazzi per un euro dal banco di Abib, uno dei tanti ambulanti itineranti sulla piazza. Qualcuno ha provato a coltivare tutte queste specie anche in Piemonte, dove però crescono solo d’estate e con una qualità inferiore, per via delle differenze climatiche e ambientali. A Porta Palazzo la menta marocchina e le sue «sorelle» si possono acquistare dai venditori ambulanti sparsi ai quattro lati dalle piazza, specie all’angolo con via Milano, lato mercato ortofrutticolo, oppure da uno dei numerosi banchi fissi, come quello di Abdul, al numero dodici. Altri preferiscono rifornirsi facendo la spesa nelle macellerie halal, dove i torinesi cominciano a intrufolarsi per curiosare. Elisa, ad esempio, è una studentessa universitaria e ci va per assicurare alla sua frittata alla menta e alle sue insalate un sapore unico, mentre la signora Giuseppina, calabrese, non può più farne senza per profumare le sue polpette di melanzane! Succederà che anche una frittata piemontese e una polpetta meridionale senza la menta marocchina sbiadiranno, come una notte senza la luna?
Sentori aromatici L’assenzio o shiba più pregiato arriva dai villaggi berberi dell’alto Atlante