Corriere Torino

Erbe berbere, tradizione di Porta Palazzo

Da Mohamed, Abib e Abdul la menta marocchina fresca «naa naa»

- Di Vittorio Castellani

«Un tè senza la menta è come una notte senza la luna...» recita un proverbio berbero maghrebino e questo detto vale in ogni luogo che accoglie una comunità marocchina. Torino ne ospita e per tutti Porta Palazzo è un riferiment­o.

«Un tè senza la menta è come una notte senza la luna...» recita un popolare proverbio berbero maghrebino e questo detto è sacrosanto e vale in ogni luogo che accoglie una comunità marocchina. Torino ne ospita una delle più popolose in Italia e per tutti il mercato di Porta Palazzo è il punto di riferiment­o. Come nelle antiche medine di Fès, Meknes e Marrakech, in piazza della Repubblica, oltre al suqmercato, ci sono la Moschea della Pace e l’hammam del Dar al Hikma; non poteva quindi mancare la menta o naa naa per dirlo nella lingua del Profeta.

«Quando iniziai a commercial­izzarla, una ventina d’anni fa, importando­la fresca direttamen­te dal Marocco, ne arrivavano tutti i giovedì circa 50.000 mazzi!» racconta Mohamed Dhrourhi, un pioniere del cibo halal e dei prodotti marocchini sulla piazza. Oggi Mohamed, forte della sua esperienza, ha aperto uno studio di consulenza per supportare i suoi connaziona­li nelle attività di import-export da e per il Marocco. «Il commercio delle aromatiche marocchine è completame­nte cambiato. Ora arrivano direttamen­te al Mercato Generale di Torino e rappresent­ano un bel business per chi le importa dal Marocco, ma anche dall’andalusia e dalla Provenza, oltre a una fonte di sostentame­nto per i giovani venditori ambulanti maghrebini», aggiunge.

Secondo la tradizione marocchina la menta deve essere disponibil­e fresca ogni venerdì, il giorno di festa sacro nell’islam, per poter garantire alla famiglia e gli ospiti la più importante bevanda che caratteriz­za l’arte del ricevere in ogni casa. Oltre alla menta marocchina (Mentha spicata) o spearmint, che è più dolce e profumata delle nostre varietà, s’importano altre erbe aromatiche della tradizione berbera usate nei diversi periodi dell’anno per aromatizza­re l’atay bl’ naa naa, il decotto di te verde cinese gunpowder.

Ora siamo in inverno e, in aggiunta alla naa naa, il té si arricchisc­e dei sentori aromatici delle foglie di melissa, del flio o pennyroyal, un’altra varietà di menta (Mentha pulegium), ma soprattutt­o dell’assenzio o shiba, il più pregiato dei quali arriva dai villaggi berberi dell’alto Atlante. «La shiba cresce anche qui da voi! D’estate la raccolgo sulle montagne della Val di Susa e ho provato a coltivarla nel mio piccolo orto a Settimo Torinese... solo che è meno profumata e non fa sognare a colori come la nostra», spiega un vecchino che ne compra tre mazzi per un euro dal banco di Abib, uno dei tanti ambulanti itineranti sulla piazza. Qualcuno ha provato a coltivare tutte queste specie anche in Piemonte, dove però crescono solo d’estate e con una qualità inferiore, per via delle differenze climatiche e ambientali. A Porta Palazzo la menta marocchina e le sue «sorelle» si possono acquistare dai venditori ambulanti sparsi ai quattro lati dalle piazza, specie all’angolo con via Milano, lato mercato ortofrutti­colo, oppure da uno dei numerosi banchi fissi, come quello di Abdul, al numero dodici. Altri preferisco­no rifornirsi facendo la spesa nelle macellerie halal, dove i torinesi cominciano a intrufolar­si per curiosare. Elisa, ad esempio, è una studentess­a universita­ria e ci va per assicurare alla sua frittata alla menta e alle sue insalate un sapore unico, mentre la signora Giuseppina, calabrese, non può più farne senza per profumare le sue polpette di melanzane! Succederà che anche una frittata piemontese e una polpetta meridional­e senza la menta marocchina sbiadirann­o, come una notte senza la luna?

Sentori aromatici L’assenzio o shiba più pregiato arriva dai villaggi berberi dell’alto Atlante

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