«Abbiamo evitato infiltrazioni di violenti»
«Questa era una manifestazione importante e delicata». Dopo la conclusione del corteo il questore di Torino Giuseppe De Matteis ha spiegato i timori della vigilia: «Soprattutto nei siti d’informazione di area antagonista abbiamo notato un’escalation dei toni. Si individuava nella Procura, nella Questura e nell’arma dei carabinieri gli autori di una presunta strategia repressiva. A preoccuparci non erano gli attivisti No Tav, che hanno accettato senza problemi lo spostamento della partenza in piazza Statuto, ma piuttosto la possibile presenza di frange violente esterne». Sulla chiusura del Palagiustizia De Matteis ha aggiunto: «Era uno dei possibili obiettivi di un’eventuale azione dimostrativa, come la Questura, la caserma dei carabinieri e il palazzo della Regione. Come era previsto sono arrivati a Torino una decina di pullman da Livorno, Brescia, Trento e da altre città con diverse centinaia di attivisti. Fra loro anche esponenti di gruppi anarchici del Fai». L’imponente dispositivo di sicurezza è stato predisposto anche per possibili infiltrazioni nel corteo di gruppi contrari all’ideologia No Tav: «Non c’era nessun elemento concreto a supporto di questa ipotesi – ha precisato il questore - Si tratta di un’opera di prevenzione che si attua sempre proprio per evitare strumentalizzazioni. Il nostro obiettivo è sempre quello di prevenire ogni violenza. Il gesto di Dosio rilancia l’azione No Tav ed era interesse anche del movimento che non ci fossero disordini».
(m. mas.)