Corriere Torino

Toro-bologna nel nome di Verdi

Incrocio di ex tra il fantasista e Mihajlovic, che in città ha ancora tanti amici

- Gasparotto, Sartori

Soltanto 63 ore fra quel rigore beffardo di Berenguer (contro il Genoa in Coppa Italia) e il calcio d’inizio oggi, alle 15, per la partita contro il Bologna (in campionato). Mazzarri ha le energie e gli uomini contati, ma il Toro è carico e pronto a dare battaglia contro un rivale speciale. Sinisa Mihajlovic ha amici in città e nello spogliatoi­o granata, che in estate l’ha riempito di messaggi pieni di affetto per la sua lotta alla malattia.

Forza Toro, sussurra sorridendo Sinisa Mihajlovic. Sono da poco passate le 21, il tecnico del Bologna ha appena ritirato il premio «Coraggio» che il quotidiano Cronaca Qui ha voluto inventare e assegnare a lui. «Mi fa un grande piacere perché un allenatore può sempre essere messo in discussion­e, un uomo no. E mi piace dare un’immagine positiva di me come persona» spiega Sinisa dopo la cena con la squadra. «Il coraggio è una dote che penso di aver sempre avuto nella mia vita: è stata la prima arma anche contro la malattia. Sono passati 75 giorni dal trapianto, ora posso fare tutto...». Evita solo di abbracciar­e le persone o stare a lungo in luoghi chiusi, meglio muoversi con giudizio dopo aver corso un rischio così grande.

Dopo aver affrontato la leucemia, il mondo è diverso. Il calcio e le partite anche.sinisa torna a Torino, dove non sarà mai un avversario come gli altri. E che lui avrebbe lasciato un segno, nel bene o nel male, lo si capì sin dal primo giorno, vissuto a Superga. La sintonia fu ai massimi livelli nei primi mesi, ma col passare del tempo il suo Toro non riuscì a decollare, sino all’esonero del 3 gennaio 2018. Sinisa non è mai tornato a parlarne davvero, lo ha fatto ieri il suo collaborat­ore, Emilio De Leo. «Fa parte del lavoro — ha detto —. Ricordo però le dimostrazi­oni di affetto dei giocatori e la desolazion­e che percepimmo quando finì tutto. Una grande testimonia­nza del nostro lavoro».

Il riferiment­o di De Leo è soprattutt­o al «pellegrina­ggio» dei calciatori al «Principi di Piemonte», l’hotel a cinque stelle che Sinisa aveva eletto a sua abitazione torinese. In piena notte, nelle ore seguenti al suo esonero fu un via vai di giocatori. E Mihajlovic è ancora benvoluto a Torino, anche nei luoghi che amava frequentar­e. A cena, le sue mete preferite erano il ristorante «Gigi Cucina Urbana» in via San Francesco da Paola ma soprattutt­o il «Manzò» di via Gramsci. Così Giuseppe, il responsabi­le del ristorante-macelleria: «È una grandissim­a persona. Una volta che entri in confidenza con lui, non puoi che rimanerne rapito».

Dal cibo al vestiario, altra esigenza primaria di Miha, da sempre molto attento allo stile. Il suo punto di riferiment­o torinese è stato Danpol, la lussuosa boutique in via Gobetti. Racconta Paolo, il titolare: «Era un nostro affezionat­o cliente. E io ho la fortuna di essergli amico. Sulle prime può sembrare burbero, ma ha un cuore grande. Oggi continuiam­o a frequentar­ci, lo andrò a trovare nel ritiro del Bologna con grande piacere». E nel tempo

Lo striscione dei tifosi e la maglia dei giocatori, la solidariet­à granata per l’ex allenatore libero? «Ne aveva poco, in giro per il centro lo si vedeva raramente: il lavoro lo assorbiva del tutto», garantisco­no i suoi amici torinesi. Solo qualche aperitivo allo One Apple, magari in compagnia dell’allora segretario granata Pantaleo Longo. Nei ritagli di tempo, più che altro, Sinisa andava a correre in piazza d’armi, specie quando serviva sbollire la rabbia di un risultato non soddisface­nte. Molto positivo è stato quello della prima volta a Torino da ex: il 16 marzo 2019 finì 2-3. «Non rifarci lo scherzo un’altra volta», si è raccomanda­to il presidente Cairo quando a dicembre ha premiato Sinisa ai Gazzetta Awards. Con il presidente, che gli è stato vicino nel momento della malattia, è tornato il sereno. Con i tifosi granata l’affinità non è mai venuta meno. Oggi l’accoglienz­a sarà da brividi, poi parola al campo.

Un bel «Forza Toro»

Il tecnico del Bologna ritira il premio Coraggio «Felice di dare di me un’immagine positiva»

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Attaccante Simone Verdi, 28 anni
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