I sindaci senza Tricolore Attacco di Perino a Saluzzo: «Strategia della tensione»
Hanno sfilato anche attivisti giunti da Sicilia e Veneto
Musica a tutto volume, striscioni colorati, vin brulé e i soliti frati irriverenti a predicare il credo dell’«ora et sabota». Per la seconda volta nel giro di 12 mesi la protesta della Val Susa si è trasferita in città con un serpentone variopinto, rumoroso e assolutamente pacifico che ha attraversato il centro di Torino. A ingrossare il corteo, dove spiccavano molte bandiere di Rifondazione Comunista e Potere al Popolo, ci hanno pensato anche gli attivisti dei centri sociali del Nord Italia e i rappresentanti dei comitati contro le grandi opere arrivati anche da Sicilia e Veneto. I sindaci della Valle hanno sfilato senza fascia tricolore, mentre tra i politici, oltre alla consigliera regionale pentastellata Francesca Frediani, si è notata la presenza del senatore Pd Tommaso Cerno.
Gli organizzatori hanno scelto di far leggere proprio a Cerno, in piazza XVIII dicembre, i nomi degli antifascisti uccisi nella strage del 1922. Un gesto simbolico «per riconsacrare quel luogo», visto che poco più di un mese fa lo stesso elenco era stato letto dall’ex assessore regionale Roberto Rosso, poi arrestato per voto di scambio:
«Presenteremo un disegno di legge per chiedere l’amnistia sociale per queste persone – ha spiegato il parlamentare - Il mio partito deve aprirsi alla piazza e non può ignorare una realtà come questa. Chiedo a Zingaretti di aprire veramente le porte se, come dice, ha deciso di “fare corrente”. Lo Stato non può avere paura di questi ragazzi».
Durante tutta la durata della manifestazione non sono mancati cori e slogan contro polizia, magistratura e duri attacchi al procuratore generale di Torino, dopo la decisione di chiudere il Palagiustizia: «Saluzzo si è superato — ha commentato il leader No Tav, Alberto Perino — Un provvedimento assurdo che si chiama strategia della tensione. Ed è inaccettabile. Sono 30 anni che resistiamo e resisteremo sempre. Nicoletta lo sta dimostrando».
Parole che hanno suscitato la reazione del parlamentare di Forza Italia Osvaldo Napoli: «Se c’è qualcuno specialista nella strategia della tensione si trova in mezzo al movimento No Tav. Il procuratore generale Francesco Saluzzo ha avuto la sensibilità civile di togliere ogni pretesto per nuovi scontri. L’amnistia per i detenuti a causa delle lotte sociali, invece, può diventare un incentivo per più violente forme di lotta». Non la pensano allo stesso modo le «fumne No Tav», gli ex allievi e le ex colleghe di Nicoletta Dosio, come Doriana Tassotti, del liceo Rosa di Susa: «La giudichiamo un’ingiustizia e speriamo che la liberino per poterla riabbracciare presto».