C’era solo candeggina e niente acqua Giallo sulla bottiglia bevuta a scuola
Il responso choc dei Nas dopo il ricovero di due ragazzini
Quasi mezzo litro di candeggina e una spruzzata di emulsionante. La bottiglietta di plastica che lo scorso 18 dicembre aveva intossicato due studenti della scuola media Caduti di Cefalonia non conteneva neppure una goccia di acqua minerale. A un mese di distanza dal ricovero dei due tredicenni, il responso del laboratorio di analisi incaricato dai carabinieri.
Quasi mezzo litro di candeggina e una spruzzata di emulsionante. La bottiglietta di plastica che lo scorso 18 dicembre aveva intossicato due studenti della scuola media Caduti di Cefalonia non conteneva neppure una goccia di acqua minerale. A un mese di distanza dal ricovero dei due tredicenni, il responso del laboratorio di analisi incaricato dai carabinieri del Nucleo antisofisticazione di Torino di esaminare il liquido all’interno del contenitore apre nuove piste investigative.
Inizialmente si pensava che la bottiglietta, portata da casa da un allievo, potesse far parte di un lotto contaminato. Ma le verifiche effettuate sulla filiera di distribuzione del noto marchio, almeno finora, non hanno dato alcun riscontro che possa avvalorare questa ipotesi. Per contro Francesco e Andrea (i nomi sono di fantasia) hanno però assicurato, prima a professori e medici e poi anche ai carabinieri, che il tappo fosse ancora sigillato quando lo hanno svitato durante l’intervallo.
Per risolvere il giallo ora i carabinieri dovranno ricostruire gli spostamenti dei due ragazzi che, fortunatamente, non hanno riportato nessuna conseguenza. La mattina del 18 dicembre Andrea, studente di Mirafiori, era partito da casa come ogni giorno con un panino e una bottiglietta di acqua frizzante nello zaino. Lui sostiene che fosse chiusa e la mamma ha detto agli investigatori di averla comprata in un supermercato, senza però ricordare con precisione quale fosse.
Dopo due ore di lezione Andrea ha approfittato della ricreazione per mangiare la merenda e bere un po’ di acqua, ma dopo un solo sorso ha chiesto aiuto al suo compagno: «Sto male, non riesco a respirare».
Il tredicenne ha accusato immediatamente bruciori alla gola e allo stomaco e, dopo aver annusato la stessa bottiglia, anche Francesco ha avvertito un forte senso di nausea. «Ho sentito un odore strano — racconterà poi agli infermieri del 118 — Sembrava cloro, oppure ammoniaca».
Quando gli altri studenti si sono accorti di quello che stava succedendo, hanno avvertito i professori e Andrea e
Francesco sono stati caricati su un’ambulanza e trasportati d’urgenza al pronto soccorso dell’ospedale Regina Margherita.
Andrea, l’unico che aveva ingerito il misterioso liquido, ha vomitato due volte, poi si è ripreso, ma i suoi valori sono rientrati nella norma solo il giorno successivo, quando è potuto ritornare a casa. Le condizioni di Francesco sono subito migliorate e, dopo un pomeriggio di controlli, è stato dimesso.
«Non sappiamo davvero cosa possa essere successo — avevano dichiarato i genitori — Dicono che il tappo fosse sigillato, un’ipotesi inquietante».
I carabinieri della compagnia di Mirafiori e gli esperti del Nas non escludono ancora nessuna ipotesi. La presenza di un grosso quantitativo di candeggina farebbe pensare che la bottiglia fosse stata utilizzata come contenitore per il detersivo. Potrebbe essersi trattato di uno scherzo molto pericoloso o di un misterioso scambio. Avvenuto a scuola, o ancora prima.
Le indagini Per risolvere il caso ora i carabinieri dovranno ricostruire gli spostamenti dei due