Rugani, riserva indispensabile
Daniele Rugani era sulla porta, destinato alla cessione Gli stop di Chiellini e Demiral lo hanno fermato due volte Anche se Paratici ribadisce: «Lui è importante da sempre»
Scene da un film già visto. Se non è un remake o una seconda visione, poco ci manca. Lo scorso agosto la partenza di Daniele Rugani fu bloccata sul gong del mercato estivo. Nessun trasloco allo Zenit San Pietroburgo, dopo che era già sfumata l’ipotesi Roma. Un po’ come era già accaduto l’estate precedente, quando saltò il suo passaggio al Chelsea di un certo Maurizio Sarri. A tenere Rugani a Torino per la quinta stagione di fila fu il brutto infortunio last minute occorso a Giorgio Chiellini: lesione del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Quattro mesi dopo quel crack, il capitano bianconero ha l’obiettivo (o la speranza?) di rispondere presente per gli ottavi di Champions tra fine febbraio e inizio marzo. Ma appare più probabile un suo rientro a marzo inoltrato.
La sceneggiatura riservò una parte da attore non protagonista a Rugani, scavalcato nelle gerarchie non soltanto da Matthijs de Ligt ma anche da un altro giovane rampante come Merih Demiral. Che, a differenza sua, è entrato nei cuori e nei cori dei tifosi bianconeri. «Conosco benissimo Daniele, un ragazzo che ha sempre avuto grandi prospettive e valori. Il suo recupero è uno dei miei obiettivi stagionali», disse a metà ottobre Sarri, suo mentore ai tempi dell’empoli. Rugani ha però collezionato appena tre presenze tra campionato e coppe. In pratica, alla luce del suo ingaggio da 7 milioni lordi stagionali, ogni partita di Rugani è costata alla Juve 1,1 milioni netti (13 mila euro al minuto).
Scene da un film già visto. Cambia sessione del mercato, non cambia l’intreccio. La Juve mette a referto il bruttissimo ko di Demiral e decide di ricongelare la cessione di Rugani, la riserva che diventa indispensabile. A cedere questa volta è il ginocchio del difensore turco, passato in una manciata di minuti dalla gioia per il gol dell’1-0 alla Roma, il suo primo centro in bianconero, allo sconforto di dover chiudere anzitempo la sua stagione. Gli esami svolti ieri al J Medical hanno consegnato la diagnosi più temuta: Demiral ha subito la rottura del legamento crociato anteriore con associata lesione meniscale del ginocchio sinistro.
Giovedì l’intervento chirurgico, poi almeno quattro o cinque mesi di convalescenza. Un’eternità, per chi si era da poco preso il posto da titolare, scavalcando nelle ultime sei uscite De Ligt nel ruolo di spalla dell’intoccabile Bonucci. «Ringrazio tutti gli appassionati di calcio che mi sono stati vicino — ha twittato Demiral —. Tornerò sicuramente più forte. Ci vediamo al campionato europeo».
La Juve fa sapere di non aver intenzione di andare sul mercato o di anticipare di sei mesi l’approdo di Romero, attualmente in prestito al Genoa. A 25 anni e mezzo, Rugani ha dunque l’occasione di riprendersi un po’ di spazio, a partire dagli ottavi di Coppa Italia in programma domani sera allo Stadium contro l’udinese. Finché non rientrerà Chiellini, il centrale di Lucca darà il cambio a De Ligt al fianco dello stakanovista Bonucci. E avrà l’occasione di zittire quel coro di scettici che lo hanno criticato anche oltre i suoi demeriti. La Juve crede in lui, almeno a sentire quanto detto da Paratici in tempi non sospetti, ovvero poco prima del ko di Demiral: «Rugani è un calciatore molto importante, io lo ripeto sempre, con noi ha disputato più di 100 partite vincendo tanti trofei e giocando ogni anno più del 50% delle gare. Penso che non essendo troppo fashion, non avendo i tatuaggi e parlando poco sia sottovalutato». Ora, l’occasione per rivalutarsi. E per cambiare il seguito di un film che nessuno, lui per primo, ha voglia di rivedere.