Il dibattito
● Grandi manovre nei partiti in preparazione delle elezioni Comunali a Torino della primavera del 2021. Qual è il ruolo dei partiti? E quello della società civile? Idee e candidati? Il dibattito avviato dal Corriere raccoglie riflessioni e segnalazioni
● Per Alessandro Barbero «I partiti a Torino non rappresentano più nessuno». Paolo Verri rilancia con «Idee chiare e il nome giusto che serve alla città» mentre Mario Calderino invita a puntare su «una giovane donna che abbia energie nuove da mettere a disposizione per il rilancio di Torino». Anna Maria Poggi invita la classe dirigente torinese a guardare all’unione con Milano
«Sinceramente? Penso si stia capovolgendo il problema. Il punto di partenza non dovrebbe essere la ricerca del candidato ideale, e nemmeno del programma elettorale, ma delle azioni da mettere in campo. Si sta facendo in politica quello che è successo nello sport qualche anno fa».
«Mettere sulla maglia il cognome dei giocatori. Ha iniziato Berlusconi 10 anni fa, e ora lo fanno tutti, portando ad una semplificazione mostruosa: non devo più fare lo sforzo di pensare, mi basta essere o meno d’accordo con quel politico. Una deriva sbagliata e pericolosa».
«Sì. A me non interessa se sarà donna, uomo, di partito o meno, ma da cittadino vorrei sapere quali saranno le dieci azioni fondamentali, me ne basterebbero cinque, per invertire la rotta. Ecco, è questo che vorrei nascesse da un confronto ampio e traversale tra partiti e società civile. Tutte le altre discussioni mi stanno annoiando».
«Sì. E non solo i nomi dei candidati, ma anche la discussione sull’alleanza o meno del Pd con i 5 Stelle. Sono abituato a ragionare in termini sportivi: se ho un tot di energia e ne investo il 90 cento in dialettica interna, mi rimane il 10 per cento per affrontare tutte le altre tematiche. Basta. Tanto più che non bisognerebbe nemmeno pensarci».
«Sì. Ci si è affidati ad un tentativo di cambiamento in maniera garibaldina, senza guardare troppo alle competenze.
Ma non credo Torino lo rifarebbe più. Ecco, restituiamo dignità e bellezza alla “competenza”. Questo per me chiude la discussione».
«Lo so e sono preoccupato. Anche perché più va avanti e più complica il risultato finale. È come se ci fosse un campo di gioco dove due squadre si fronteggiano, solo che una delle due gioca a calcio fiorentino dove ci si prende a botte, l’altra ha modo di recuperare posizioni — parlo del centrodestra. Il suicidio perfetto, insomma».