Meno assunti a gennaio Aumentano i contratti a tempo indeterminato
Boom di dirigenti, si supera la media nazionale
«Le pmi si sono svegliate», è l’analisi neanche troppo prudente di Massimo Brignolo, presidente di Federmanager Torino, alla lettura dei numeri sull’occupazione a gennaio. Più di un terzo delle nuove entrate programmate, infatti, è destinato ai quadri: il 32% delle nuove assunzioni in Piemonte sarà destinato a dirigenti, specialisti e tecnici, una quota addirittura superiore alla media nazionale (28%) e a quanto previsto nel gennaio 2019 a livello regionale, fermatosi al 27%.
«Il dato più alto della media me lo spiego con una peculiarità del tessuto economico piemontese — ragiona Brignolo —. Qua ci sono diverse tipologie di imprese, soprattutto pmi che, in misura maggiore rispetto alle altre regioni, si trovano alle prese con il passaggio generazionale e si affidano alla managerialità per proseguire nella loro strada».
Una casella, quella dei dirigenti, che molti piccoli e medi imprenditori starebbero cercando di inserire per reagire alla crisi e tentare mettere un po’ di sprint alla propria azienda. «Il calcolo di Unioncamere e Anpal comprende anche figure specialistiche — prosegue Brignolo —, vi è dunque una chiara attenzione, partita dal momento in cui si è iniziato a parlare di Industry 4.0, cioè ad affiancare competenze gestionali ai nuovi investimenti in tecnologia per gestire i nuovi processi aziendali».
Per questo primo mese dell’anno Unioncamere e Anpal prevedono nella nostra regione 36.450 nuovi contratti nelle imprese piemontesi, 980 unità in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno (-2,6%): il 63% riguarderà lavoratori dipendenti, mentre il 37% sarà rappresentato da lavoratori non alle dipendenze. Nel 31% dei casi le entrate previste saranno stabili (era il 23% a gennaio 2019), ossia con un contratto a tempo indeterminato o di apprendistato, mentre nel 69% saranno a termine (a tempo determinato o altri contratti con durata predefinita). complessivamente nel trimestre gennaio-marzo 2020 le entrate stimate raggiungeranno le 78.960 unità, circa 7mila unità in meno rispetto a quanto previsto nel primo trimestre 2019. Per quanto riguarda la dinamica settoriale sono, ancora una volta, i servizi a formare la fetta più consistente della domanda di lavoro (68%, con una lieve crescita rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), in particolare il commercio, il turismo e i servizi alle persone. Il comparto manifatturiero, che genera il 32% della domanda di inizio 2020, registra un calo di 1.180 unità rispetto a gennaio 2019.
Il nuovo anno, inoltre, è iniziato all’insegna di una più elevata difficoltà di reperimento del personale. In 36 casi su 100 le imprese piemontesi prevedono di avere difficoltà a trovare i profili desiderati (a gennaio 2019 incontrava difficoltà di reperimento il 30% delle aziende). I più difficili da trovare? Tecnici delle vendite, del telemarketing e della distribuzione commerciale, gli operatori della cura estetica e gli specialisti in scienze.
Federmanager Le imprese inseriscono queste figure per affiancare gli investimenti tecnologici