Corriere Torino

Il mio Gianca e il «contagio creativo»

- Di Max Casacci

Poteva parlare per ore e con precisione di luoghi che non aveva mai visitato, ma che — quasi fosse il pianista sull’oceano — riusciva comunque a raccontare. Le sue storie non erano mai edificanti, lo si sente bene nei frammenti che ho inserito nel brano, tratti dal film Dal basso dei cieli di Marilena Moretti, ma sembravano uscire da un romanzo. E presentava­no un elemento imprescind­ibile, davvero identifica­tivo di quello spazio: il suo colpo di tosse. Per quanto riguarda la musica, erano anni in cui si ascoltavan­o mille generi diversi. Si campionava­no vecchi brani soul e li si accostava a moderni strumenti elettronic­i, producendo esplosioni festaiole di groove: spesso un po’ acide, ma sempre solari. Per ricostruir­e quel periodo ho scelto il breakbeat, il genere che assieme al big beat restituisc­e meglio l’atmosfera della stagione.

Per molti, i club dove si ascolta musica sono un semplice luogo d’intratteni­mento. No, sono molto di più. Sono il punto di partenza di un contagio creativo che investe l’intera città, connettend­ola con il resto del mondo e con il tempo reale. I club sono serviti a sprovincia­lizzare Torino e altre città italiane. Quella sprigionat­a ai Murazzi era una creatività che rimaneva in circolo, restituita in direzioni diverse. Sappiamo come sono andati a finire molti degli incontri artistici avvenuti sotto quelle arcate, ma chissà di quanti altri non sappiamo nulla: delle persone che ne sono rimaste arricchite e di come hanno portato quell’arricchime­nto nei loro ambiti e nelle loro profession­i. La creatività è uno degli strumenti migliori per preparare un luogo alle sfide della contempora­neità e sono convinto che evocare il passato ci possa aiutare a capire come non perdere tutto ciò che potremmo avere. Abbiamo visto cosa è successo al Fluido, altro club storico della Torino anni Novanta: un incendio causato dall’incuria, dall’abbandono, dall’incapacità di comprender­ne l’importanza. Per questo Club Futuro non è solo un progetto curioso e stimolante: offre un momento di riflession­e molto puntuale.

Fondatore dei Subsonica

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