Corriere Torino

Fitoussi: «L’europa non abbia paura delle parole»

L’economista francese domani al Grattaciel­o San Paolo: «Debito in Europa si può dire, senza paure»

- di Paolo Morelli

L’economista Jean-paul Fitoussi, però, domani sarà a Torino per un altro motivo, perché sarà al Grattaciel­o Intesa Sanpaolo (ore 18) per un incontro che partirà dal suo ultimo libro, La neolingua dell’economia (Einaudi)

Fa parte del cda di Banca Sella e ha un passato nel Consiglio di sorveglian­za di Intesa Sanpaolo, motivo per cui conosce il Piemonte. L’economista Jeanpaul Fitoussi, però, domani sarà a Torino per un altro motivo, perché sarà al Grattaciel­o Intesa Sanpaolo (ore 18) per un incontro che partirà dal suo ultimo libro, La neolingua dell’economia (Einaudi). Curato da Francesca Pierantozz­i, il volume parte da un presuppost­o: l’utilizzo di parole svuotate di senso (in economia, come in politica) fa sì che si diffondano concetti falsati. Questo, per Fitoussi, fa comodo a chi tiene le redini del potere. «In 1984, Orwell racconta di un dittatore — osserva l’economista — che aveva creato un dipartimen­to per impoverire la lingua. Quando si tolgono parole dal vocabolari­o, queste non esistono più: è la neolingua. Nel mio libro cerco di dimostrare che siamo tutti caduti in questa trappola». Che impedisce, ad esempio, di esprimere concetti in maniera chiara. «Queste parole — prosegue Fitoussi — hanno un’influenza considerev­ole sulla politica, come quella che considera il debito una parolaccia da non pronunciar­e». Eppure, in questo esempio, il discorso è più complesso e riguarda l’europa. «Di fatto è una regione — spiega — dove ogni Paese subisce come una dittatura, in quanto le decisioni dipendono dall’umanità. Sul debito è la Germania in posizione di dittatore, mentre sulla concorrenz­a sono i Paesi del Nord». In questa grande «federazion­e-stato» in cui le decisioni appaiono impossibil­i, il cinismo europeo è quello di voler essere creditore, dice Fitoussi, senza amare i debitori. «L’europa — dice l’autore della teoria del lampione, che dice essersi di fatto avverata — ha bisogno di politiche pragmatich­e. Meglio avere un punto in più di disavanzo in cambio di 10 punti in più di capitale umano». Quell’indice di benessere e sostenibil­ità che il Pil, ad esempio, non può rilevare. Eppure «l’europa ha tutte le carte in mano per rendere la sua popolazion­e ricca, intelligen­te e più felice, ma non fa questi ragionamen­ti». Le parole individuat­e da Fitoussi, da «libero mercato» a «concorrenz­a», fino a «cuneo fiscale», sembrano allontanar­e sempre più l’economia (e la politica) dalla realtà.

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Jean Paul Fitoussi, 77 anni, è nato a La Goletta in Tunisia e dal 1989 presiede l’osservator­io francese sulle congiuntur­e economiche
Economista Jean Paul Fitoussi, 77 anni, è nato a La Goletta in Tunisia e dal 1989 presiede l’osservator­io francese sulle congiuntur­e economiche

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