Corriere Torino

Camera di Commercio, è stallo sul futuro di Ilotte I «piccoli» serrano i ranghi

Ora si aspetta la mossa del presidente, che non andrà allo scontro

- Di Andrea Rinaldi

Stallo alla messicana in Camera di Commercio. L’incontro di ieri tra le associazio­ni di categoria e il presidente Vincenzo Ilotte non è stato risolutore e la situazione resta ingarbugli­ata. Ci saranno altri confronti, poco ma sicuro, forse la prossima settimana, dati gli impegni fuori Torino di qui a domenica dei diretti interessat­i. Il primo passo sarà di Ilotte, per lo meno è quello che si aspettano i «piccoli», ovvero Cna, Api, Ascom e Confeserce­nti che ieri pomeriggio lo hanno affrontato assieme a Coldiretti.

In mattinata il presidente dell’ente camerale ha ribadito in giunta quello che in tanti avevano annusato da tempo, ovvero che era pronto a farsi da parte. Parole più tardi ribadite alle cinque associazio­ni datoriali. I «piccoli» hanno esplicitat­o le loro perplessit­à sul mandato appena chiuso e hanno avanzato un’altra volta le loro richieste a favore di una gestione più collegiale. Si è parlato a lungo anche del Manufactur­ing and technoloco­nsiglio gy center, per cui, sempre in giunta, era stato bocciato uno stanziamen­to da 4,5 milioni di euro prima di Natale. Una partita che — assicura qualcuno — verrà comunque portata avanti dai nuovi vertici a Palazzo Birago, eletti con il del 2 marzo. Il confronto è stato serrato e il dialogo schietto, tuttavia non sono mancati punti di convergenz­a, qualcuno avrebbe anche chiesto a Ilotte se non fosse stato il caso di farsi da parte e rinunciare al secondo mandato.

Insomma quello che doveva essere un chiariment­o si è concluso con i due «schieramen­ti» fermi sulle proprie posizioni. Ma la palla ora passa al presidente, dovrà decidere cosa fare. L’azienda di famiglia, la fonderia 2A Spa, gli assorbe sempre più tempo, quest’anno gli investimen­ti previsti sono ingenti e Ilotte dovrà seguire il rinnovo delle linee produttive e l’allargamen­to dei tre siti tra Santena e Borgaro. E al momento questa è la sua priorità. Difficile dunque che vada allo scontro con i «piccoli». Lo scenario più accreditat­o è che Cna, Api, Ascom e Confeserce­nti serrino i ranghi, ma senza rompere i piatti — anche perché dovrebbero trovare un voto in più per imporsi in consiglio come maggioranz­a — e che Ilotte rinunci. A quel punto sullo scranno più alto dell’ente camerale potrebbe sedersi Dario Gallina, attuale numero uno dell’unione Industrial­e. Cosa succederà a quel punto con le prossime nomine che spettano alla Camera, come Compagnia di San Paolo? Anche qui la situazione resterà in sospeso a lungo. Perché dal sistema camerale partono ben sette lettere con i nomi dei prossimi membri del consiglio dell’ente di Corso Vittorio. Qualcuno adombra il rientro in campo di Licia Mattioli, ora in corsa per il vertice di viale dell’astronomia, contro Francesco Profumo, il cui nome però non piace alla sindaca Chiara Appendino. Si prospetta una primavera calda.

Ipotesi Prende corpo la candidatur­a di Dario Gallina al vertice di Palazzo Birago

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