Corriere Torino

Lo sfogo: «Sono innocente, per Gloria avrei dato la vita»

- M. Ner.

Sfila via dall’aula in lacrime, pallida e stravolta, Caterina Abbattista, dopo che i giudici l’hanno assolta per la seconda volta: «Non ho più la forza di dire nulla, abbiate pietà», ripete, scendendo le scale che portano all’uscita. Poco prima aveva sciolto la tensione con un abbraccio ai suoi legali, gli avvocati Giampaolo Zancan e Tommaso Levi: «Il processo è già una pena terribile — dice Zancan — anche se si è assolti. E lei è innocente, le reazioni del corpo non mentono, e io l’ho vista nei minuti prima della sentenza. Pallida e tremante». Che è innocente lo ripete anche lei, più volte: «Non c’entro nulla anche con l’accusa di truffa, perché io non ho mai truffato nessuno in vita mia, e dimostrerò anche questo». Come ha dimostrato, dopo due anni abbondanti di processi e due sentenze, che non ha aiutato a uccidere la professore­ssa Rosboch: «Che cosa direi ai suoi genitori? Che io per Gloria avrei dato la vita. E mi sono rovinata la mia». Piange e ripensa alle accuse, a giorni passati in carcere e ai processi, all’incubo finito: «Ho dimostrato che sono innocente, nonostante tutto quello che mi ha fatto mio figlio, e che mi hanno fatto gli altri». Dopo le motivazion­i, Procura generale e difesa deciderann­o se è tutto finito qui.

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