Corriere Torino

Sopralluog­hi per gli espropri temporanei Presidio No Tav

L’obiettivo è creare un corridoio per spostare la farfalla Zerynthia

- M. Mas.

Riprende oggi, dopo l’anticipo di Salbertran­d della scorsa settimana, la protesta No Tav in Val Susa. Gli attivisti si sono dati appuntamen­to questa mattina davanti ai cancelli del cantiere di Chiomonte, per un presidio in occasione dell’inizio delle procedure di «occupazion­e temporanea» dei terreni al confine con il comune di Giaglione. I proprietar­i sono stati convocati con l’obiettivo di individuar­e, assieme al Consorzio Forestale Alta Valle di Susa, il «corridoio ecologico» per proteggere la farfalla Zerynthia polyxena, secondo un progetto elaborato dall’università di Torino. Si tratta di una specie protetta che vive vicino all’area del cantiere e il piano elaborato dai ricercator­i prevede la creazione di «diradazion­i boschive» per far spostare la farfalla in via di estingiorn­i zione lontano dalle attività. Evidenteme­nte poco compatibil­i con la sopravvive­nza delle crisalidi che dovrebbero schiudersi nei prossimi mesi.

Per il movimento No Tav si tratta di una data cerchiata con il «circoletto rosso» perché potrebbe rappresent­are uno snodo fondamenta­le in vista del futuro allargamen­to del cantiere. Per questo da il popolo degli oppositori all’alta Velocità è stato chiamato a raccolta per un presidio che potrebbe far registrare momenti di tensione. «Anche a Giaglione sono in atto le procedure di espropri temporanei gestite da Telt — spiegano gli organizzat­ori del picchetto —. Questa operazione vorrebbe rappresent­are la società costruttri­ce della

Torino-lione come un difensore dell’ambiente, ma si tratta di una pagliaccia­ta. Ci siamo e ci saremo come è successo a Salbertran­d mercoledì scorso».

In realtà la scorsa settimana, durante i sopralluog­hi eseguiti sui terreni dove sorgerà lo stabilimen­to per la «valorizzaz­ione» dei detriti scavati nel tunnel di base, la presenza del movimento No Tav è stata davvero sparuta. E le operazioni, protette da un imponente schieramen­to di polizia e carabinier­i, si sono svolte senza nessun intoppo.

È invece probabile che oggi qualcuno possa tentare di rallentare gli accessi e l’avvio delle procedure per le acquisizio­ni dei terreni. Il progetto dell’università di Torino, infatti, è sempre stato aspramente criticato dal movimento No Tav, ma la battaglia, più che sulla sopravvive­nza della farfalla si gioca sul futuro del cantiere. La scoperta della sorprenden­te presenza della Zerynthia, infatti, è la mossa giusta per fermare per mesi tutte le operazioni, ma la ricerca di Unito sembra andare in un’altra direzione, proponendo un trasloco che metterebbe in sicurezza la specie. «Si tratta di una “sperimenta­zione” — contestano gli attivisti — Tenteranno una via mai percorsa in precedenza, mettendo alla prova la sopravvive­nza della farfalla con una una sfida molto rischiosa».

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