Boeing atterra Avio Aero Rivalta chiude 4 giorni
737 Max 8 I controlli Usa mettono in crisi le commesse
Il momento nero da cui Boeing fa fatica a uscire contagia lo stabilimento Avio Aero di Rivalta, dove vengono assemblati i motori del velivolo 737 Max 8 oggi al centro di numerose inchieste. Dopo i disastri che hanno causato 346 morti le compagnie aeree hanno fermato gli ordini di nuovi aerei a Boeing e dal quartier generale di Seattle è partito l’ordine di sospendere la produzione del 737 Max 8. Le commesse sono cessate pure a Rivalta e negli stabilimenti di Brindisi e Pomigliano di Avio Aero per cui Boeing vale il 10% del giro d’affari. L’azienda ha così raggiunto un accordo con i sindacati e ha deciso di chiudere la fabbrica per 4 giorni tra febbraio e marzo, che si allungano a 8 per chi assembla la componentistica dei motori Boeing.
Torre di controllo, abbiamo un problema. Non c’è solo l’automotive a tirare il freno a mano al Piemonte, adesso ci si mette anche l’aerospazio. Il momento nero da cui Boeing fa fatica a uscire contagia lo stabilimento Avio Aero di Rivalta, dove vengono assemblati i motori del velivolo 737 Max 8 oggi al centro di numerose inchieste.
Dopo i disastri che hanno causato 346 morti — rispettivamente nel mar di Giava a ottobre 2018 e ad Addis Abbeba nel novembre 2019 — il gigante dei cieli è finito sotto la lente della Federal Aviation
Concertazione Azzerati gli straordinari, i sindacati però ottengono l’assunzione di 7 addetti
Administration: l’ente che regola l’aviazione civile negli Stati Uniti sta esaminando il sistema di aumento delle caratteristiche di manovra (Mcas), ma la risposta arriverà solo a giugno. Le compagnie aeree hanno fermato gli ordini di nuovi aerei a Boeing e dal quartier generale di Seattle a gennaio è partito l’ordine di sospendere la produzione del 737 Max 8. La multinazionale dei cieli a gennaio non ha registrato ordini, mentre nello stesso mese dell’anno prima erano stati 45. Il titolo poi continua a essere sotto pressione, dal massimo dei 384 dollari di settembre, oggi veleggia intorno ai 342. Sempre all’inizio dell’anno, Boeing ha registrato la sua prima perdita annuale in oltre due decenni a causa della crisi del Max, che è costata miliardi di dollari agli operatori e ha aggiunto un altro miliardo di costi di produzione aggiuntivi.
Le commesse sono cessate d’improvviso pure a Rivalta e negli stabilimenti di Brindisi e Pomigliano di Avio Aero — controllata di General Electric — per cui Boeing vale il 10% del giro d’affari. L’azienda ha così raggiunto un accordo con i sindacati e ha deciso di chiudere la fabbrica per 4 giorni tra febbraio e marzo, che si allungano a 8 per chi assembla la componentistica dei motori Boeing. I dipendenti in quelle giornate consumeranno permessi e riposi. In questo modo Avio Aero riduce il debito nei confronti del personale a titolo di ferie residue.
Sono stati poi azzerati gli straordinari e sono state fatte rientrare lavorazioni esterne, mentre chi era in forza al reparto motori è stato spostato verso reparti legati a commesse di altri player come Pratt & Whitney. In questo modo Avio Aero risparmierà 100 mila ore di lavoro.
La contropartita di questo impegno da parte dei lavoratori è stata l’assunzione a tempo indeterminato di 6 addetti meccanici dal primo febbraio (erano in somministrazione) e di un altro da fine febbraio. Altri 10 verranno stabilizzati tra marzo e maggio, mentre il contratto di ulteriori 20 tute blu è stato prorogato. A Rivalta ci sono 400 operai e 1.600 tra impiegati e manager.
I sindacati si sono impegnati a una verifica con l’azienda a metà marzo per valutare come procedere fino a giugno, sperando che il verdetto della Federal Aviation sia positivo. Avio Aero spingerebbe per far continuare a usare ferie e permessi ai lavoratori, ma le maestranze non vogliono. Si teme quindi l’arrivo degli ammortizzatori sociali.
«Il giudizio della Fiom è positivo perché l’intesa prevede un sacrificio da parte dei lavoratori compensato dalla stabilizzazione di lavoratori inseriti nella produzione e a cui si offre una prospettiva occupazionale nel tempo», è il commento di Valter Vergnano della Fiom Cgil.