Corriere Torino

La sfida dei disabili nei lavori complessi

L’ad Marcato: sbaglia chi pensa che il loro posto è al centralino

- Simona Lorenzetti

«Il talento è talento e le persone sono persone, con le ruote o senza». La frase è del concertist­a Ezio Bosso, ma a Renzo Marcato piace ripeterla per descrivere «Abile Job», la società di cui è amministra­tore delegato e che ha creato quattro anni fa. A prima vista, potrebbe apparire come una classica agenzia di lavoro interinale in cui domanda e offerta si incontrano. Ma dietro c’è molto di più: perché i giovani che vengono aiutati a trovare un’occupazion­e portano le proprie profession­alità, ma anche le difficoltà legate alla disabilità. Inclusione sociale è la parola d’ordine che sta alla base del progetto, plasmato e potenziato nel tempo da Marcato con una squadra di validi collaborat­ori: Giulia Lamarca (psicologa clinica specializz­ata nel recruiting e training), Dalila Maltese (psicologa del Lavoro ed esperta di recruiting) e Laura Quassolo (consulting).

L’idea ha radici lontane nel tempo. Marcato ha lavorato per 30 anni nello stabilimen­to L’oréal di Settimo Torinese. «Nell’ultimo periodo mi sono occupato di risorse umane, in particolar­e dei progetti di inclusione sociale. Ne ho seguiti circa 30 e alcuni, indirizzat­i a persone che soffrono di autismo, hanno riscosso successo anche a livello europeo». E così un giorno ha deciso di cambiare vita e creare «Abile Job» per sviluppare il bagaglio di esperienza che aveva accumulato. A dicembre del 2016 è nata la sua società e da allora non si è mai pentito della scelta fatta. Tutt’altro. «Il nostro lavoro è quello di mettere in relazione imprese e persone — spiega

— e ci adoperiamo per facilitare l’inseriment­o lavorativo di categorie protette, utilizzand­o strumenti che consentano un’integrazio­ne completa e la crescita culturale nei confronti della disabilità e del disagio sociale. Al centro, per noi, ci sono le persone: le loro competenze e profession­alità». Per farlo ha creato un network, stringendo collaboraz­ioni e protocolli d’intesa con associazio­ni, cooperativ­e, centri di formazione e istituzion­i locali. Una rete solida, ma anche un bacino dal quale attingere le profession­alità richieste dal mercato. «Sono anche un supporto — sottolinea Marcato —. L’assunzione di una persona con disabilità implica per l’azienda dover rapportars­i con le caratteris­tiche del dipendente. Ogni inseriment­o lavorativo necessita, quindi, di un’attenzione particolar­e rivolta ai futuri colleghi e agli strumenti con i quali il neoassunto dovrà confrontar­si e operare. E la rete cui ci appoggiamo conosce i limiti e i punti di forza dei giovani che proponiamo. Questo ci aiuta a fare formazione». «Abile Job» ha avuto anche la capacità di superare le logiche secondo cui i disabili possono svolgere solo lavori semplici. «Spesso si pensa che un ragazzo affetto da una patologia possa svolgere mansioni routinarie, come rispondere al telefono e fare le fotocopie. In realtà ci sono profession­alità ad alto livello — conclude Marcato —. E la risposta dal mondo dell’imprendito­ria è positiva, soprattutt­o tra le start up e le piccole e medie imprese del settore informatic­o».

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Nella foto sotto Renzo Marcato, ex risorse umane di L’oreal: guida una squadra che offre occasioni di impiego per i disabili
Colloquio Nella foto sotto Renzo Marcato, ex risorse umane di L’oreal: guida una squadra che offre occasioni di impiego per i disabili
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