Corriere Torino

«No alle patrimonia­li Ragioniamo piuttosto di “patria bond”»

Asvisio: tanti cittadini li acquistere­bbero

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Asvisio perché la scandalizz­a tanto una tassa sul patrimonio degli italiani?

«L’idea di prendere ai ricchi per dare ai poveri è una misura populista che non ha mai funzionato. L’unico risultato della sua applicazio­ne è la distruzion­e del sistema del credito. E anche una progressiv­a erosione del patrimonio immobiliar­e e finanziari­o, entrambi già depressi da questa crisi».

Per ripartire servono risorse. E tante. L’europa sembra non voler indebitars­i ulteriorme­nte per sostenere l’italia. Alla fine chi paga il conto?

«A mali estremi posso immaginare un lieve aumento delle imposte ma di certo non una patrimonia­le. Per reperire risorse, senza indebitars­i con investitor­i esteri, lo Stato potrebbe emettere obbligazio­ni per la ripresa che possono essere acquistate da cittadini italiani».

I «patria bond» non sono un patrimonia­le mascherata?

No, perché il meccanismo dovrebbe prevedere la volontarie­tà di chi li sottoscriv­e. Sono sicuro che tanti cittadini acquistere­bbero questi bond, anche se a rendimento minimo e a lunga scadenza. Questa crisi economica rischia di fare tante vittime. Gli imprendito­ri e profession­isti lo sanno bene. E non si tireranno indietro. Neppure sul nostro territorio».

In Piemonte si parla di social bond, a sostegno del welfare. Ma ci sono intere filiere, dal turismo alla ristorazio­ne, che rischiano di lavorare poco o niente nei prossimi 6-12 mesi. Che fare?

«Bene la proposta dei social bond. Anzi va rilanciata per tutta l’economia piemontese: per uscire dalle sabbie mobili potremmo impegnarci a sottoscriv­ere prestiti obbligazio­nari legati al rilancio di singole filiere»

li?bond comunali o regiona

«Perché no? Se vogliamo rialzarci da questa crisi innescata dal Covid-19 ci vorrà l’impegno di tutti. Le guerre di cortile devono appartener­e al passato. O ci mettiamo tutti assieme attorno a un tavolo ed escogitiam­o una via di uscita, oppure rimarremo a terra per tanto tempo».

Si parla speso di task force di pronto intervento per il rilancio e di cabine di regia. Mancano all’appello i grandi nomi dell’imprendito­ria del territorio. Tutto normale?

«Stiamo elaborando i contraccol­pi di una botta che era difficile prevedere. La politica deve indicare la strada. Coinvolgen­do esperti e leader per traghettar­ci verso un mondo che è tutto nuovo».

❞ Per uscire dalla crisi potremmo sottoscriv­ere obbligazio­ni legate al rilancio delle filiere

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