Corriere Torino

Annina continua a ballare Era la regina del Balon

Anna danzava sempre, appena sentiva musica. Tutti la chiamavano «la pazza», adesso il regista Giuseppe Bisceglia dedica un documentar­io alla sua vita

- Di Giorgia Mecca

Anna ballava sempre. Appena sentiva musica intorno, usciva dalla sua casa di via Borgo Dora e si riversava in piazza, con le sue gonne a fiori, la schiena ogni giorno più curva. Per brevità, e per spiegarsi meglio tutti la chiamavano «la pazza», come se bastasse un termine a raccontare una biografia, settantaci­nque anni di vita cominciati durante la Seconda guerra mondiali e terminati nel terzo millennio. Il regista Giuseppe Bisceglia, invece, la chiama sempre per nome, con un diminutivo, «Annina», che sarà anche il titolo del suo nuovo documentar­io, in fase di sviluppo grazie al contributo del Piemonte Doc Film Fund e della Film Commission Piemonte. «Sarà un film sulla follia, sul corpo che appassisce, sulla sofferenza che diventa motore di una danza senza fine, sull’importanza che ha la musica».

Bisceglia, vive a Torino dal 2010 e come tutti gli abitanti della città, ha conosciuto Anna Camillini durante le notti trascorse al quadrilate­ro romano, quando si esibiva in balli techno, tarantelle, lisci, hip hop e alcuni ridevano di lei mentre altri, la maggior parte, si fermavano ad applaudirl­a. «Negli ultimi quattro anni l’ho conosciuta meglio, eravamo vicini di casa. Mi interessav­a lavorare sulle biografie di chi vive ai margini, in contrappos­izione con le parabole di successo di questi anni».

Regina del Balon, ballerina di strada, nonna, matta, sorridente, disperata: tutto vero e tutto approssima­tivo. «Per raccontare la sua storia mi sono fatto aiutare dal suo medico curante, il fondatore del Caffè Basaglia Ugo Zamburru, l’unico che ha accesso alla cartella clinica di Anna». Dietro a quelle danze che facevano sorridere chi le stava intorno, Anna nascondeva un passato disgraziat­o: «È nata durante i bombardame­nti da una ragazza madre, ha subito l’abbandono e tutti i traumi che comporta, ha vissuto in un istituto, è stata rinchiusa contro la sua volontà nel manicomio di Collegno, è uscita grazie alla legge Basaglia e, da libera, ha sposato un uomo che si è approfitta­to della sua pensione, di tutto ciò che aveva. Si portava dietro queste storture eppure non riversava mai rabbia sugli altri». La prima reazione che suscitava Anna era il sorriso, «pur essendo una donna schiva, quasi inavvicina­bile, regalava spensierat­ezza».

Ballava da sola e ballava per sé stessa, per liberarsi dal male. Bisceglia, che dal 2015 è anche docente di Teoria del montaggio e della scena alla Scuola Holden di Torino, per ricostruir­e i pezzi della storia di Anna Camillini ha chiesto a tutti quelli che la hanno incontrata di lasciare un ricordo, un video o una foto di lei sulla pagina Facebook Annina il documentar­io. «Dopo pochi giorni abbiamo cominciato ad accumulare numerosi pezzi di sostegno, Anna la conoscevan­o davvero tutti e molti in questi anni l’hanno filmata».

Di Anna parla il libro di Giuseppe Culicchia «Torino è casa nostra», viene citata nel «Repertorio dei matti della città di Torino» di Paolo Nori e anni fa è diventata una star mondiale grazie a Puff Daddy che su Instagram ha postato un video di lei che, ovviamente, ballava: «una nonna con uno stile immenso».

Centinaia di migliaia di like a cui lei rispondeva sempre, dal vivo, con una specie di sorriso e la sua tipica espression­e: «Posso darti un bacino?». Come «Anna non era capace di discorsi profondi, ma era una donna acuta», senza rendersene conto trasformav­a il suo dolore in energia, in movimento perenne, in contrasto con un corpo che stava appassendo, «prendeva a schiaffi l’animale giudicante che ci portiamo dentro». Il documentar­io, il cui soggetto è di Maurizio Amendola, sarà prodotto da Camillo Esposito di Capetownfi­lm e l’uscita è prevista per l’inizio del 2021, «appena potremo uscire comincerem­o anche le riprese». Il regista nato a Cosenza nel 1985 a marzo avrebbe dovuto presentare la sua prima opera, «Aurora», un documentar­io sulla vita degli immigrati che abitano il quartiere dell’area nord est di Torino.

L’emergenza coronaviru­s ha fatto slittare la proiezione che era prevista durante il festival Glocal. «A giugno abbiamo un incontro con il Mibact per i finanziame­nti alla produzione, anche questo tempo sospeso ci serve per continuare le nostre ricerche e guardare i materiali che ci stanno arrivando, una parte del documentar­io sarà partecipat­iva, con testimonia­nze da parte di tutta la cittadinan­za, di tutte le persone che le hanno voluto bene». Al suo funerale, il 10 ottobre 2018, c’era la sindaca Chiara Appendino, una banda che suonava e centinaia di persone che ballavano per Anna.

I destini Mi interessav­a lavorare su di chi vive ai margini, in contrappos­izione con le parabole di successo

Il sostegno Per raccontare la storia mi ha aiutato il suo medico, il fondatore del Caffè Basaglia

 ??  ??
 ??  ?? Il regista
Giuseppe Bisceglia dietro la macchina da presa
Il regista Giuseppe Bisceglia dietro la macchina da presa
 ??  ?? Protagonis­ta Anna Camillini, morta il 10 ottobre 2018
Protagonis­ta Anna Camillini, morta il 10 ottobre 2018
 ??  ?? La copertina Il documentar­io Annina
La copertina Il documentar­io Annina

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy