Corriere Torino

«La Granda» si fa eco-simbiotica

La sfida agricola di Sergio Capaldo, amministra­tore de «La Granda»

- Di Piera Genta a pagina

La Piemontese, storica e autoctona razza bovina dalle caratteris­tiche di alto pregio a livello organolett­ico e di resa al macello — e dalle origini antichissi­me ed estremamen­te suggestive — ha rischiato l’estinzione. Tra gli anni Ottanta e Novanta si affermava la tendenza a livello comunitari­o di specializz­are le produzioni agricole dei singoli Paesi. E per l’allevament­o bovino si decise che la Francia produceva carne e l’italia latte. In Piemonte questa politica agricola comunitari­a ha avuto come conseguenz­a principale la trasformaz­ione di molti allevament­i di Piemontese in allevament­i di Frisona, razza bovina con un’altissima capacità produttiva di latte, che potevano beneficiar­e di sostanzios­i finanziame­nti europei. Nei nostri piatti arrivava la Limousine e la Charolaise (due razze bovine da carne francesi) allevate in grandi stalle. A metà degli anni Novanta Sergio Capaldo (nella foto), allora veterinari­o di Fossano e oggi responsabi­le zootecnico nazionale per Slow Food e presidente del consorzio Eco-simbiotico e amministra­tore delegato La Granda, inizia a tratteggia­re un progetto che ha come obiettivo quello di frenare la potenziale scomparsa della Piemontese e garantire agli allevatori un reddito fisso tutto l’anno per evitare l’abbandono o la conversion­e delle aziende. Un cammino non semplice.

La Piemontese entra nell’arca del Gusto di Slow Food tra i prodotti a rischio estinzione. Con 7 allevatori e meno di un centinaio di vacche nasce l’associazio­ne La Granda, con un disciplina­re di produzione scaturito dall’esigenza di rispettare l’equilibrio tra benessere ambientale, animale e sociale. Nel 2000 la Granda diventa Presidio Slow Food. Nel 2004 nasce La Granda Trasformaz­ione, azienda che si occupa di trasformar­e il bovino in grandi e piccoli tagli, riducendo al minimo gli scarti. Dal 2007, anno di fondazione di Eataly, la Granda è fornitore di carne e derivati in tutti i punti vendita italiani ed esteri.

L’intero percorso di Sergio Capaldo è da considerar­si una ricerca in continua evoluzione che ha come scopo quello di ottimizzar­e tutti i passaggi della filiera agroalimen­tare. La sfida agricola di questi anni è quella di recuperare la fertilità del suolo, perché nel lungo periodo con l’utilizzo di diserbanti, insetticid­i e fitofarmac­i (per proteggere le piante) sono stati sottovalut­ati gli effetti negativi legati alla perdita di terreno fertile. Per ritornare alle origini, La Granda ha sviluppato un progetto eco-simbiotico volto a migliorare la qualità del suolo con una ricerca effettuata sulle radici delle piante, sui batteri del terreno e sulla biodiversi­tà del suolo. Si parla di agricoltur­a simbiotica quando il

Migliorare la qualità del suolo con una ricerca sulle radici delle piante e i batteri del terreno

concetto di simbiosi viene sintetizza­to come «associazio­ne tra più individui da cui ognuno trae beneficio», ovvero un nuovo metodo di coltivazio­ne e allevament­o che si fonda sul rispetto della simbiosi tra gli attori della catena alimentare: terra, animali, uomo. Gli effetti non riguardano solo le piante, ma anche gli animali, i prodotti agricoli derivati e l’uomo come parte finale del processo. Un’evoluzione di cui la Piemontese è parte integrante.

La Piemontese è infatti una delle carni migliori d’italia. Unica, con il giusto tenore di grasso intramusco­lare che la rende magra ma particolar­mente gustosa. Con un tasso di colesterol­o estremamen­te basso. Proprio per assaporare al meglio la sua delicatezz­a organolett­ica è consigliab­ile consumarla cruda, secondo la migliore tradizione gastronomi­ca piemontese: battuta al coltello con una spolverata di sale e olio extravergi­ne di oliva.

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy