Corriere Torino

San Salvario resta senza energia elettrica

- Mnerozzi@rcs.it

Niente elettricit­à a San Salvario da mezzogiorn­o e mezza per quasi due ore. Dal Valentino a via Nizza ma anche da corso Marconi e oltre corso Vittorio verso il centro città, nelle case e negli uffici è mancata la luce e l’energia per lavorare. Un bel problema in periodo di smart-working. Il guasto elettrico è stato causato presumibil­mente da un cantiere del teleriscal­damento. Nel primo pomeriggio la situazione è tornata normale. (g.ric.)

poter riaprire è una bella cosa. Già i giorni precedenti, quando stavamo mettendo a posto, chi passava chiedeva quando avremo riaperto». Più in centro, il primo caffé post epidemia (con brioche), lo consegna Massimo, 32 anni, del bar «Amy’s», in via Giolitti: ad aspettarlo, «a due metri di distanza», come da nastro isolante sull’asfalto, c’è Angelo Musso, portiere di uno stabile di via Lagrange: «Una tradizione che mi è mancata», dice il cliente, in modalità

altoforno, con mascherina e visiera di plexiglass. «Il problema è che non ci sono regole tanto chiare per l’apertura del primo giugno», spiega Massimo. «Potranno entrare le persone? Si potranno mettere i tavoli fuori, oltre al dehors che già c’è? A sentire l’associazio­ne dei commercian­ti sì, ma stiamo a vedere». Maria Luisa Coppa, che dell’ascom è presidente, fa i compliment­i ai suoi colleghi: «Piuttosto richiamere­i la gente che va in giro senza ma

scherina, ed è tanta. Da quel che ho visto, gli esercenti hanno invece utilizzato ogni precauzion­e: del resto, non vedo perché si possa fare la fila al supermerca­to e non consegnare un caffé». Resta la botta economica, da cui riprenders­i: «Ho una ragazza in maternità e altre due in cassa integrazio­ne», aggiunge Massimo. Gli aiuti promessi, ancora non si vedono: «Ho compilato tutti i moduli per avere i 25.000 euro, ma dalla banca sto ancora aspettando risposte». Tanti se la passano peggio, se in centro ci sono bar che in questi due mesi hanno accumulato spese arretrate per oltre 20 mila euro.

Da ieri mattina si torna al lavoro anche alla caffetteri­a «Borgo antico», in via Maddalene, in fondo a corso Regio Parco, dove Helen, 34 anni, e Roberta, 33, riprendono a consegnare caffé e ciambelle. «A stare a casa non ce la facevamo più — dicono — e poi, ogni bar, è un po’ una grande famiglia». Poco dopo le 8 si affaccia una signora, in versione runner: «Per favore, mi tenete da parte tre brioche?». Torna a sfornare caffé pure il bar focacceria «De Gusto», all’incrocio tra corso Brescia e via Bologna. La coda per il supermerca­to arriva fin davanti all’entrata e così, nell’attesa, c’è chi ne approfitta per un caffé. Vorrete mica telefonare?

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Controlli in centro per garantire il rispetto delle norme legate all’emergenza sanitaria
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