«Da Torino farò atterrare la prima donna sulla luna»
Eleonora Zeminiani, 35 anni, vigilerà sulla navicella di Thales Alenia scelta da Pasadena per la missione Artemide 2024. «La divergenza di carriera inizia già da bambine, in maniera quasi naturale si viene indirizzate verso percorsi ritenuti adatti al gen
Houston abbiamo risolto un problema. La missione Apollo, in pensione dal 1972, sarà rimpiazzata dalla missione Artemide della Nasa. Sarà infatti una donna, nel 2024, a rimettere piede sulla Luna a cinquant’anni dallo sbarco che tenne incollate alla tivù 900 milioni di persone. Non solo. Il satellite, diventerà un po’ come una seconda casa, con la costruzione di una stazione spaziale lunare. Luogo che farà da rifugio e palestra per il viaggio ancor più agognato. Quello su Marte. E sarà sempre una donna, Eleonora Zeminiani, 35 anni, ingegnere aerospaziale veneta e torinese d’adozione, in forza alla divisione New Initiatives &Innovation di Thales Alenia Space,
a contribuire alle nuove conquiste dello Spazio, occupandosi del controllo termico della navicella Orion e coordinando come program manager il modulo equipaggio del sistema di atterraggio lunare. La Nasa ha imbarcato le aziende partner per il nuovo viaggio sul satellite della Terra, quelle società (Blue Origin, Spacex e Dynetics) che costruiranno il velivolo in grado di riportare astronauti sulla Luna. Thales Alenia Space, società franco-italiana con il cuore industriale a Torino in corso Marche, dove sono impiegati 700 dipendenti, lavorerà per conto di Dynetics alla realizzazione di alcune parti del nuovo mezzo di allunaggio.
Con un essenziale contributo femminile. Eleonora Zeminiani vigilerà sull’andamento del programma, quindi della progettazione e poi costruzione, assemblaggio e test della cabina pressurizzata per gli astronauti, coordinando e traducendo le necessità di volta in volta individuate, in attività e direttive per il team di lavoro. «E pensare — racconta — che la mia prima scelta sarebbe stata diventare veterinaria, poi un problema di salute me l’ha imro pedito, il passaggio all’ingegneria aerospaziale e in particolare al mondo dello Spazio, è stato il balzo del cuore subito successivo». Sulla scarsa presenza di donne nel settore aerospaziale, e non solo in Italia, si sconta una forte influenza culturale, «la divergenza di carriera inizia prestissimo — spiega — fin dall’educazione delle bambine, è un’imposizione che avviene quasi senza accorgersene, in famiglia, nelle scuole, anche in maniera bonaria, protettiva, si cerca di indirizzare le ragazze verso carriere che sembrano più adatte al logenere e ai loro punti di forza». Una gabbia mentale che si può però spezzare fino ad arrivare, appunto, anche sulla Luna. Ma perché tornarci? «Siamo spinti da un movente che è molto diverso da quello degli anni 60 e 70 — argomenta l’ingegnere — non lo facciamo per dimostrare la supremazia tecnologica degli Stati, ma per sfruttare quell’enorme laboratorio gratuito che abbiamo là fuori nello Spazio. Studiarne l’ambiente, scoprirne le risorse». E ancora: «Per provare come vive e come lavora l’uomo nello spazio profondo. A una distanza significativa da terra, quindi senza la possibilità di avere assistenza rapidamente, e con una situazione ibrida tra quella che conosciamo tutti i giorni qui sulla Terra, e quella che si sperimenta sulla Stazione spaziale internazionale, dove fluttuano in caduta libera. Sulla Luna la gravità è presente ma ridotta, quindi ci permette di sperimentare situazioni che
fino ad ora non abbiamo mai studiato per lungo periodo». Ecco dunque la palestra, il passo intermedio per capire di più «sia su come funzionano i nostri sistemi e soprattutto, su come funzioniamo noi come esseri umani prima del grande balzo verso Marte».
Capitolo Exomars, di cui Thales Alenia Space è prime contractor. «Le nostre squadre non hanno mai smesso di lavorare anche durante l’emergenza coronavirus — dice Zeminiani — per garantire che la missione abbia comunque successo nonostante il posticipo. Ci stiamo inoltre preparando sugli habitat che permetteranno all’uomo di affrontare la lunga traversata di mesi per arrivare fino a Marte». Ma procediamo con ordine. Intanto, l’allunaggio «rosa». «Metaforicamente ci saranno molte donne che metteranno piede sulla Luna con quell’atterraggio. Sarà la dimostrazione che quando decidiamo di fare qualcosa nella nostra vita siamo veramente limitati solo dalla nostra immaginazione e volontà».
L’allunaggio dimostrerà che siamo limitati soltanto dalla nostra immaginazione