Il Comune eroghi i buoni pasto e limiti le licenze
«Stato e imprenditori devono avere dei vantaggi, i lavoratori devono lavorare in sicurezza». Roberto Munnia, 54 anni, è il presidente di Gerla 1927 (15 locali, 150 dipendenti, 8 milioni di ricavi) e anche da ristoratore non perde la concretezza di quando guidava un’azienda manifatturiera o un fondo di private equity. Anche adesso che sta per riaprire in Gran Madre si affaccia al tavolo della politica con quattro idee «di buon senso» . Prima: «Alla luce del fallimento di certe aziende, siano i comuni a emettere ticket, con la trattenuta a bar e ristoranti che scende dal 14% al 5% ma finisce direttamente nelle casse dei sindaci: creiamo valore e aiutiamo le città». Seconda: voucher senza limiti di utilizzo anche per i lavoratori di spettacolo, turismo e food, «sono settori in cui è difficile programmare, pensiamo ai catering, così però eliminiamo sovvenzioni a chi lavora in nero». Terza: riformare i dehors. «Chi ha tavolini e ombrellone paga solo l’occupazione di suolo pubblico, chi vuole chiudere come un padiglione, paga anche la monetizzazione dei parcheggi. In questo modo si forniscono 30 posti in più ai locali senza abusi edilizi e sanzioni». Quarta: «Contingentare le licenze per i pubblici esercizi, aumentandone il valore come avviene per notai e farmacisti».