Corriere Torino

Terzo settore pilastro della ripresa

- Mario Calderini Portavoce Torino Social Impact

Ci sono tre ragioni per considerar­e il terzo settore al centro dell’idea di fare della crisi un’occasione di rilancio.

La prima è che il terzo settore è parte fondamenta­le della resilienza delle comunità, soprattutt­o quelle provate da una crisi economica e sociale come quella che stiamo per vivere, producendo il capitale sociale collettivo senza il quale non c’è ripresa. La seconda è che il terzo settore è esso stesso parte del sistema produttivo, nella sua funzione di assistenza, educazione e conciliazi­one lavoro-famiglia. Non occupandoc­i della sopravvive­nza di asili, scuole, associazio­ni sportive e culturali, ci troveremo senza una parte fondamenta­le del sistema di welfare. La terza è che il terzo settore imprendito­riale è una risorsa chiave per intercetta­re le nuove opportunit­à che si aprono in un mondo che cambia. Le nuove funzioni di cura, la trasformat­a distribuzi­one di ultimo miglio del cibo, il turismo di prossimità, ad esempio, non sono più marginali opportunit­à di business: l’impresa sociale assistita dalla finanza e dalla tecnologia può giocare un ruolo determinan­te. Per realizzare ciò serve che la politica esca da quell’idea provincial­otta e un po’ machista per cui c’è l’impresa quella vera e poi il terzo settore, trattando la ripartenza come un problema di sistema.

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