«Insegnerò la storia all’america»
C’è un gioco che va molto di moda sui telefonini di politici ed ex politici torinesi e che sta facendo breccia anche nel portafoglio di investitori inclini a tutt’altro genere di scommesse. Si chiama «Line Time», consiste nel mettere in ordine cronologico eventi, monumenti e invenzioni. Lo ha creato Eugenio Garibaldi, che al dottorato in Bocconi ha preferito inseguire un sogno da Silicon Valley e oggi, a 27 anni, si ritrova «imprenditore di se stesso» sognando l’america.
«Lavoravo all’app nel tempo libero e un publisher, 34bigthings, si era offerto di svilupparlo — racconta Eugenio —. Mi sono trovato a un bivio simile per certi versi a un romanziere: resto uno scrittore che inventa un gioco, e vive di diritti d’autore, o creo una casa editrice a tutto tondo? Ho scelto la seconda, anche se io e mio zio non sapevamo programmare». Lo zio che ha affiancato Eugenio (e lo sostiene economicamente) nella costituzione della società, Garycom, è Pietro Garibaldi, economista e docente al Collegio Carlo Alberto. Ai due si è aggiunto, come socio fondatore, Alberto Anfossi, attuale segretario generale della Compagnia di San Paolo: capitale di partenza 10mila euro e un notaio che sorrideva a ogni riga di spiegazione della startup. Chissà cosa avrebbe detto se avesse saputo come era nata: «Io e mio zio eravamo al mare e una sera abbiamo scritto su 32 fogliettini alcuni eventi storici, divertendoci poi a ordinarli cronologicamente — ricorda Eugenio, amministratore unico di Garycom —. Al ritorno dalla vacanza abbiamo creato delle card plastificate che sono state usate persino in alcune classi di liceo, in una sorta di edugaming per studenti».
Per avviare la programmazione la startup ha effettuato un primo aumento di capitale da 60mila euro, tra i sottoscrittori anche le famiglie torinesi Ruspa, Scarabosio e
Eugenio Garibaldi, 27 anni, laurea in Bocconi e fondatore di Garycom
Orecchia. A giugno 2019 è stata lanciata una seconda raccolta che ha visto entrare, con 50mila euro, Michele Denegri diventato socio al 10%. E con lui altri esponenti della finanza come Massimiliano Cagliero, ad di di Banor Sim; l’imprenditore alberghiero Riccardo De Giuli; il business angel Andrea Rota ed Enrico De Maria, ceo di quella Aaa che Stefano Buono vendette a Novartis per 4 miliardi. Insomma un’app che spopola tra i 50enni, e non solo sullo smartphone. «Avevamo grandi advisor ecco perché non abbiamo avuto bisogno di incubatori», osserva Pietro Garibaldi.
A quattro mesi dal lancio l’app Line Time è stata scaricata da 120 mila persone in Italia. Oggi Garycom ha 8 dipendenti (età media 27 anni), il bilancio è in pareggio ed è iniziata un’altra ricapitalizzazione, questa volta più ambiziosa: a un milione di euro. «Siamo una società che investe solo in ricerca e sviluppo — dice Eugenio —. Puntiamo a far crescere gli utenti e a internazionalizzare le categorie storiche, a quel punto potremo essere abbastanza forti per lanciare Line Time negli Usa».