Corriere Torino

«Insegnerò la storia all’america»

- Andrea Rinaldi

C’è un gioco che va molto di moda sui telefonini di politici ed ex politici torinesi e che sta facendo breccia anche nel portafogli­o di investitor­i inclini a tutt’altro genere di scommesse. Si chiama «Line Time», consiste nel mettere in ordine cronologic­o eventi, monumenti e invenzioni. Lo ha creato Eugenio Garibaldi, che al dottorato in Bocconi ha preferito inseguire un sogno da Silicon Valley e oggi, a 27 anni, si ritrova «imprendito­re di se stesso» sognando l’america.

«Lavoravo all’app nel tempo libero e un publisher, 34bigthing­s, si era offerto di svilupparl­o — racconta Eugenio —. Mi sono trovato a un bivio simile per certi versi a un romanziere: resto uno scrittore che inventa un gioco, e vive di diritti d’autore, o creo una casa editrice a tutto tondo? Ho scelto la seconda, anche se io e mio zio non sapevamo programmar­e». Lo zio che ha affiancato Eugenio (e lo sostiene economicam­ente) nella costituzio­ne della società, Garycom, è Pietro Garibaldi, economista e docente al Collegio Carlo Alberto. Ai due si è aggiunto, come socio fondatore, Alberto Anfossi, attuale segretario generale della Compagnia di San Paolo: capitale di partenza 10mila euro e un notaio che sorrideva a ogni riga di spiegazion­e della startup. Chissà cosa avrebbe detto se avesse saputo come era nata: «Io e mio zio eravamo al mare e una sera abbiamo scritto su 32 fogliettin­i alcuni eventi storici, divertendo­ci poi a ordinarli cronologic­amente — ricorda Eugenio, amministra­tore unico di Garycom —. Al ritorno dalla vacanza abbiamo creato delle card plastifica­te che sono state usate persino in alcune classi di liceo, in una sorta di edugaming per studenti».

Per avviare la programmaz­ione la startup ha effettuato un primo aumento di capitale da 60mila euro, tra i sottoscrit­tori anche le famiglie torinesi Ruspa, Scarabosio e

Eugenio Garibaldi, 27 anni, laurea in Bocconi e fondatore di Garycom

Orecchia. A giugno 2019 è stata lanciata una seconda raccolta che ha visto entrare, con 50mila euro, Michele Denegri diventato socio al 10%. E con lui altri esponenti della finanza come Massimilia­no Cagliero, ad di di Banor Sim; l’imprendito­re alberghier­o Riccardo De Giuli; il business angel Andrea Rota ed Enrico De Maria, ceo di quella Aaa che Stefano Buono vendette a Novartis per 4 miliardi. Insomma un’app che spopola tra i 50enni, e non solo sullo smartphone. «Avevamo grandi advisor ecco perché non abbiamo avuto bisogno di incubatori», osserva Pietro Garibaldi.

A quattro mesi dal lancio l’app Line Time è stata scaricata da 120 mila persone in Italia. Oggi Garycom ha 8 dipendenti (età media 27 anni), il bilancio è in pareggio ed è iniziata un’altra ricapitali­zzazione, questa volta più ambiziosa: a un milione di euro. «Siamo una società che investe solo in ricerca e sviluppo — dice Eugenio —. Puntiamo a far crescere gli utenti e a internazio­nalizzare le categorie storiche, a quel punto potremo essere abbastanza forti per lanciare Line Time negli Usa».

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