Corriere Torino

«Sono stato il primo affare di Vagnati come direttore Si è conquistat­o il Torino»

L’ex granata Capellupo e il suo arrivo alla Giacomense

- Di Gianluca Sartori

«Sì, il primo calciatore acquistato da Davide Vagnati sono stato io». Stefano Capellupo è un centrocamp­ista nato a Torino e cresciuto nel Torino, da dove è partito il suo viaggio nel calcio di provincia che ora lo vede giocare con la maglia del Bra (Serie D).

Il club granata è invece la meta di arrivo del 41enne direttore sportivo genovese, che ora aspetta soltanto il via libera dal Consiglio di Lega per poter essere ufficializ­zato come nuovo uomo-mercato granata.

E proprio Capellupo fu il colpo che inaugurò la carriera del futuro direttore del Torino. Per spiegare come si sono incrociate le strade dei due bisogna riavvolger­e il nastro sino al 2012. «Io giocavo nel Casale, mentre Vagnati era diventato da pochi mesi direttore sportivo della Giacomense dopo aver terminato lì la carriera da calciatore — racconta Stefano —. Tant’è che lo conobbi in campo, durante la stagione 2011-2012. A fine anno con il Casale giocammo la finale playoff per salire in serie C1 contro la Virtus Entella. Feci una buona partita proprio davanti a Vagnati, che quel giorno era in tribuna. Di lì a poco lui mi chiamò per chiedermi di passare alla Giacomense. Io avrei preferito salire di categoria, ma scelsi di rimanere in serie C2 perché convinto dalla serietà della società emiliana guidata da patron Colombarin­i».

Capellupo ricorda il motapultat­i mento della firma: «Quando lo raggiunsi a Milano per chiudere l’accordo, Vagnati mi disse che ero proprio io il suo primo acquisto da direttore sportivo. Ho conosciuto Davide nel passaggio da calciatore a dirigente: in quella Giacomense i calciatori che gestiva erano suoi compagni fino a pochi mesi prima, quindi in molti lo vedevano come uno di loro. Col passare del tempo però ha dimostrato di avere personalit­à e di saper rapportars­i con calciatori importanti».

Dalla Giacomense alla Spal, il salto di Vagnati è stato lo stesso di Capellupo: «Nel 2013 la Spal era sull’orlo del fallimento in Serie D. La famiglia Colombarin­i decise dunque di rilevare il titolo sportivo dello storico club di Ferrara operando la fusione con la Giacomense. Io e altri giocatori, tra i quali c’era anche Manuel Lazzari, ci trovammo cain una dimensione nuova e più grande: la Spal ha tradizione calcistica e una tifoseria importante. Vagnati seppe gestire quella transizion­e. La scelta fu quella di puntare su giocatori affermati per la categoria e il risultato del campionato 2013-2014 fu un sesto posto, non male per una matricola».

Poi ci fu l’unificazio­ne della Lega Pro e in seguito la Spal di Vagnati diede il via alla scalata che si è conclusa con il ritorno in A dopo quasi 50 anni. Il viaggio di Capellupo nel frattempo era ricomincia­to, lui era partito da Ferrara per altre destinazio­ni. «Ma di Vagnati mi è rimasto un ottimo ricordo: una persona genuina, che sa dire le cose in faccia ed è coerente. Ha fatto la gavetta sia da calciatore che da dirigente, è arrivato in Serie A per meriti propri. E credo che l’arrivo al Torino sia per lui soprattutt­o un punto di partenza».

Capellupo ha sempre un occhio di affetto e riguardo per i colori granata: «Ho fatto la trafila del vivaio, dai Giovanissi­mi alla Primavera, ma l’ultimo anno una rottura del legamento crociato mi ha ostacolato. Il Toro mi cedette al Legnano dove seguii il tecnico che ho avuto in Primavera,

Beppe Scienza». Da Ferrara si è mosso prima in Romagna quindi sulla costa adriatica, tra Porto Tolle, Forlì e Fano. Poi si è riavvicina­to a casa accettando, l’estate scorsa, le offerte del Bra.

«Oggi mi ritrovo in Serie D e la situazione in questo momento non è buona — racconta, analizzand­o la situazione legata all’emergenza da Covid-19 —: nella nostra categoria i calciatori non hanno le tutele dei profession­isti e se non si gioca non percepiamo alcun reddito. Dopo il coronaviru­s, vedrete sarà tutto un altro calcio».

Per lui scelsi di restare nel campionato di C2 Allora mi disse che ero il suo primo acquisto Ha gestito la fusione del club con la Spal E poi la cavalcata in A, si è guadagnato tutto

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 ??  ?? Davide Capellupo, 32 anni, ha sempre vestito la maglia numero 4, al Toro anche da capitano
Davide Capellupo, 32 anni, ha sempre vestito la maglia numero 4, al Toro anche da capitano
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