Corriere Torino

Il primo guarito grazie al plasma

L’annuncio dell’assessore Icardi: «Risultato che dà speranza». Il donatore: felice di aver salvato una vita

- Rullo

C’è il primo paziente guarito dal Covid-19 grazie al plasma di un convalesce­nte. Lo ha annunciato l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi.

L’uomo, un 56enne di Vercelli, è stato sottoposto alla sperimenta­zione che si è svolta all’ospedale di Novara, in collaboraz­ione con il nosocomio San Matteo di Pavia. Era arrivato al «Maggiore» in condizioni critiche e per questo era stato ricoverato in terapia in tensiva a metà aprile. Proprio nello stesso momento in cui Andrea Tamburello, 40enne di Borgo Ticino, nel Novarese, stava vincendo la sua battaglia contro il coronaviru­s. Il 40enne era stato infatti il primo paziente ricoverato a Novara, insieme alla moglie e alla figlia di sette anni, dopo che il suo tampone aveva dato esito positivo. E, una volta guarito, è stato anche il donatore numero uno. Il suo plasma, ricco di anticorpi, è servito a curare e salvare la vita al vercellese, con cui è risultato compatibil­e. «Io sono stato fortunato, ho preso il virus in forma lieve, non mi sono sottoposto a cure particolar­i. Il mio corpo è riuscito a combattere il virus da solo — racconta Andrea —. Tanti non hanno avuto questa fortuna e spero che il mio gesto possa servire. Ho pensato fosse doveroso farlo. Per salvare altre vite. E sapere di aver aiutare un uomo a guarire mi rende orgoglioso. Quando mi hanno comunicato la notizia mi sono commosso, mi sono sentito utile. Ho pensato al mio datore di lavoro in quel momento. Ci eravamo ammalati insieme, ma lui non ce l’ha fatta».

La cura prevede l’uso di plasma di persone che hanno superato l’infezione e quindi sviluppato gli anticorpi necessari alla lotta contro il virus. Per questo il plasma di Andrea è stato prelevato e donato al 56enne sotto la guida di Gennaro Mascaro, responche, sabile del Servizio di medicina trasfusion­ale novarese. «Il paziente è stato trattato per sette giorni — spiega Mascaro —. Era arrivato in ospedale una decina di giorni prima. Le sue condizioni, davvero critisono migliorate subito. Per la nostra ricerca è stato un ottimo risultato. Il paziente ora è stato dimesso dalla rianimazio­ne e trasferito a Vercelli in un reparto Covid. Lì riceverà l’assistenza necessaria fino all’uscita dall’ospedale». La sperimenta­zione che non si ferma. Al momento ci sono altri otto i guariti che hanno donato il loro plasma, che sarà utilizzato per altrettant­i pazienti che dimostrera­nno compatibil­ità. «Per determinar­e se la trasfusion­e di plasma da persona convalesce­nte può essere utilizzata nel trattament­o dei pazienti critici con infezione da coronaviru­s — continua il responsabi­le di medicina trasfusion­ale — è necessario determinar­e la quantità di anticorpi speci

fici: se ci sono le condizioni, eseguiamo la raccolta di questo plasma iperimmune e poi possiamo procedere alla trasfusion­e in pazienti critici in terapia intensiva o subintensi­va. Va sottolinea­to che dopo la raccolta, il plasma viene da noi trattato ulteriorme­nte (inattivazi­one) in modo da annullare l’eventuale presenza di altri virus. I risultati ottenuti

Il giovane era stato ricoverato con sua moglie e sua figlia di sette anni

con la prima trasfusion­e confermano la validità del protocollo».

«Una notizia che dà speranza — afferma Luigi Icardi — . Il plasma funziona». Questo il suo post su social fatto in compagnia del collega di giunta Matteo Marnati. Nei giorni scorsi Icardi aveva annunciato l’avvio della sperimenta­zione della cura con il plasma già avviata a Novara anche a Torino.

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È un 56enne di Vercelli il primo guarito con il plasma ricevuto da un 40enne convalesce­nte che ha superato il Covid.
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Il plasma dopo essere stato trattato e depurato da eventuali altri virus viene trasportat­o in sacche congelate che poi vengono rese pronte per l’uso Contiene gli anticorpi sviluppati da un convalesce­nte che aiutano un altro contagiato compatibil­e a venire fuori dalla malattia

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