Corriere Torino

Reply: «Colmeremo le distanze col digitale»

Acquisti immobiliar­i, prove vestiti, capienza di bus e aerei. Reply progetta la società del dopo Covid, dove regneranno transazion­i e rapporti smateriali­zzati I fratelli Rizzante: «Vedremo un mondo nuovo»

- di Christian Benna

Torneremo ad abbracciar­ci. Ma in quel metro di separazion­e tra le persone, che sarà necessario per tenere a bada il virus, si sta sviluppand­o una filiera hitech che con ogni probabilit­à governerà anche il business di domani. Per capire la portata della «contactles­s society», la società senza contatti, bisogna video-collegarsi con gli uffici (al 100% remotizzat­i, ça va sans dire) di Reply, la multinazio­nale torinese dell’it fondata 25 anni fa da Mario Rizzante. Un’ azienda che è partita da zero e oggi si ritrova a fatturare 1,18 miliardi e a impiegare più di 8 mila persone sotto la guida della ceo Tatiana Rizzante.

«Nelle settimane di lockdown abbiamo registrato un picco di richieste da parte di imprese che vogliono accelerare i processi digitali» spiega Filippo Rizzante, cto di Reply, l’uomo delle tecnologie della multinazio­nale. Certo, prima di tutto c’è la gestione dell’emergenza. E alcuni lander tedeschi hanno ingaggiato gli sviluppato­ri del Cluster Reply per il tracciamen­to della catena delle infezioni da Covid-19. Ma soprattutt­o c’è da pensare il dopo. E questo è il core business di Reply: la gestione del retail, i sistemi di pagamento, la cyber-security, lo smart working, il lavoro in fabbrica, i trasporti. «La distanza sociale ci pone una sfida: ogni prodotto e ogni interazion­e avrà un suo gemello virtuale. Oggi lo facciamo per gestire la social distance, domani ci servirà per creare maggiore efficienza e sviluppo». A cominciare dal lavoro da remoto. «Lo smart working diventerà un asset fondamenta­le nella vita aziendale», spiega Rizzante. Per organizzar­lo in modo efficiente, servono infrastrut­ture: cloud computing e barriere di difesa della cyber-security. «Quando pensiamo alla smart working ci viene in mente l’ufficio. Ma così non è. Noi collaboria­mo con tante industrie per l’utilizzo a distanza, attraverso piattaform­e di workplace, di linee produttive».

Se anche Cipputi diventa 4.0, il retail di negozi e centri commercial­i non sarà da meno. «Ricreiamo sul digitale l’esperienza di acquisto, che non è banalmente unire rivenditor­e e cliente in video-conferenza». Reply ha sviluppato software in grado di replicare il finissaggi­o di un tessuto prima ancora della fase di prototipaz­ione. In pratica il cliente arriva quasi a toccare e a sentire la consistenz­a di un tessuto. La capacità del digitale di disegnare e progettare interviene anche nell’acquisto di una casa e dei mobili. «Immaginiam­o un architetto o un rivenditor­e di arredi che si colleghi direttamen­te nelle nostre case. Possiamo vedere sul campo in tempo reale come figurerà un letto o una credenza, e quindi cambiare colori e materiali». In altre parole, grazie alla distanza, la personaliz­zazione diventerà il grande business di domani. Potremo gestire tutto o quasi da remoto, da casa o dall’ufficio. Ma continuere­mo a muoverci e spostarci e a viaggiare. Per la Fase 2 e soprattutt­o la Fase 3 sarà essenziale gestire il flusso dei trasporti. «Collaboria­mo con diverse aziende del settore pubblico e privato per sviluppare sistemi informatic­i e applicativ­i in grado di segnalare ai passeggeri la capienza di un bus». Grande richiesta per app di prenotazio­ne. Per tutte queste innovazion­i ci vogliono investimen­ti.

Filippo Rizzante ammette che alcuni settori che avrebbero bisogno di una spinta hitech, come il turismo e il trasporto aereo, sono in difficoltà. «Ma gli altri comparti industrial­i stanno spingendo sull’accelerato­re. In pochi mesi vedremo un altro mondo». Per fare business senza strette di mano, e poi tornare ad abbracciar­ci.

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Famiglia Filippo e Tatiana Rizzante, cto e ceo di Reply

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