Reply: «Colmeremo le distanze col digitale»
Acquisti immobiliari, prove vestiti, capienza di bus e aerei. Reply progetta la società del dopo Covid, dove regneranno transazioni e rapporti smaterializzati I fratelli Rizzante: «Vedremo un mondo nuovo»
Torneremo ad abbracciarci. Ma in quel metro di separazione tra le persone, che sarà necessario per tenere a bada il virus, si sta sviluppando una filiera hitech che con ogni probabilità governerà anche il business di domani. Per capire la portata della «contactless society», la società senza contatti, bisogna video-collegarsi con gli uffici (al 100% remotizzati, ça va sans dire) di Reply, la multinazionale torinese dell’it fondata 25 anni fa da Mario Rizzante. Un’ azienda che è partita da zero e oggi si ritrova a fatturare 1,18 miliardi e a impiegare più di 8 mila persone sotto la guida della ceo Tatiana Rizzante.
«Nelle settimane di lockdown abbiamo registrato un picco di richieste da parte di imprese che vogliono accelerare i processi digitali» spiega Filippo Rizzante, cto di Reply, l’uomo delle tecnologie della multinazionale. Certo, prima di tutto c’è la gestione dell’emergenza. E alcuni lander tedeschi hanno ingaggiato gli sviluppatori del Cluster Reply per il tracciamento della catena delle infezioni da Covid-19. Ma soprattutto c’è da pensare il dopo. E questo è il core business di Reply: la gestione del retail, i sistemi di pagamento, la cyber-security, lo smart working, il lavoro in fabbrica, i trasporti. «La distanza sociale ci pone una sfida: ogni prodotto e ogni interazione avrà un suo gemello virtuale. Oggi lo facciamo per gestire la social distance, domani ci servirà per creare maggiore efficienza e sviluppo». A cominciare dal lavoro da remoto. «Lo smart working diventerà un asset fondamentale nella vita aziendale», spiega Rizzante. Per organizzarlo in modo efficiente, servono infrastrutture: cloud computing e barriere di difesa della cyber-security. «Quando pensiamo alla smart working ci viene in mente l’ufficio. Ma così non è. Noi collaboriamo con tante industrie per l’utilizzo a distanza, attraverso piattaforme di workplace, di linee produttive».
Se anche Cipputi diventa 4.0, il retail di negozi e centri commerciali non sarà da meno. «Ricreiamo sul digitale l’esperienza di acquisto, che non è banalmente unire rivenditore e cliente in video-conferenza». Reply ha sviluppato software in grado di replicare il finissaggio di un tessuto prima ancora della fase di prototipazione. In pratica il cliente arriva quasi a toccare e a sentire la consistenza di un tessuto. La capacità del digitale di disegnare e progettare interviene anche nell’acquisto di una casa e dei mobili. «Immaginiamo un architetto o un rivenditore di arredi che si colleghi direttamente nelle nostre case. Possiamo vedere sul campo in tempo reale come figurerà un letto o una credenza, e quindi cambiare colori e materiali». In altre parole, grazie alla distanza, la personalizzazione diventerà il grande business di domani. Potremo gestire tutto o quasi da remoto, da casa o dall’ufficio. Ma continueremo a muoverci e spostarci e a viaggiare. Per la Fase 2 e soprattutto la Fase 3 sarà essenziale gestire il flusso dei trasporti. «Collaboriamo con diverse aziende del settore pubblico e privato per sviluppare sistemi informatici e applicativi in grado di segnalare ai passeggeri la capienza di un bus». Grande richiesta per app di prenotazione. Per tutte queste innovazioni ci vogliono investimenti.
Filippo Rizzante ammette che alcuni settori che avrebbero bisogno di una spinta hitech, come il turismo e il trasporto aereo, sono in difficoltà. «Ma gli altri comparti industriali stanno spingendo sull’acceleratore. In pochi mesi vedremo un altro mondo». Per fare business senza strette di mano, e poi tornare ad abbracciarci.