Nuove idee per ripartire
L’emergenza sono i soldi. Devono arrivare tutti e presto: non saranno nemmeno sufficienti. Ma poi? Da soli non bastano. Servono idee nuove, meglio se inedite
La cultura si è dunque mossa, forte del ruolo che ricopre in questa città. Uno dei pilastri sul quale deve poggiare la ripartenza. Ora tocca agli altri e alla città nel suo insieme. Abbiamo chiesto a rappresentanti di diversi «settori» di darci delle idee, ognuno per quanto di competenza. Potevamo scegliere altre persone con altre idee, certamente. Ma non è un manifesto, vogliamo che questo sia un «la» verso una discussione corale sul ruolo e la rotta della città. Sono proposte concrete, che è quello di cui c’è bisogno ora. È necessario mettersi in moto subito, senza aspettare Roma, l’europa o, peggio, guardare cosa stanno facendo gli altri. Torino è in grado di trovare la sua strada se saprà lavorare insieme. Penso a un grande cantiere che sperimenti in tutti i settori, aprendosi agli studenti che sono qui: ci sono neolaureati in medicina catapultati in reparti covid, perché non chiedere ai ragazzi di partecipare alla costruzione di una nuova città? Visto che poi sono anche loro che ne dovrebbero godere? Guardarsi, parlarsi, sperimentare e provare per tutta l’estate fino ad arrivare a settembre. Meglio non riempire gli eventi di inutile pomposità nella forma, ma certo è il
caso di istituire degli Stati generali della città di Torino. Si valutino idee e progetti chiamando a raccolta architetti, filosofi, imprenditori, uomini di cultura, arte, sport e spettacolo. Strano doverli convocare all’inizio dell’ultima stagione di mandato dell’attuale sindaca, ma a condizioni eccezionali servono risposte eccezionali: anzi, in un mondo ideale per settembre avremmo già i nuovi candidati sindaco all’ascolto. Un luogo per condividere e confrontarsi, per preparare il futuro di una città che può farcela da sola, ma non individualmente. Torino è sempre rimasta in equilibrio tra un’apertura mentale globale e una visione provinciale e misera di quello che accade intorno a sé. Ma i nuovi assetti presuppongono un nuovo equilibrio. C’è insomma da decidere definitivamente da che parte stare. Io non ho dubbi a riguardo.
Usiamo la bella stagione per sperimentare, coinvolgendo i giovani