Corriere Torino

Nuove idee per ripartire

L’emergenza sono i soldi. Devono arrivare tutti e presto: non saranno nemmeno sufficient­i. Ma poi? Da soli non bastano. Servono idee nuove, meglio se inedite

- di Marco Castelnuov­o

La cultura si è dunque mossa, forte del ruolo che ricopre in questa città. Uno dei pilastri sul quale deve poggiare la ripartenza. Ora tocca agli altri e alla città nel suo insieme. Abbiamo chiesto a rappresent­anti di diversi «settori» di darci delle idee, ognuno per quanto di competenza. Potevamo scegliere altre persone con altre idee, certamente. Ma non è un manifesto, vogliamo che questo sia un «la» verso una discussion­e corale sul ruolo e la rotta della città. Sono proposte concrete, che è quello di cui c’è bisogno ora. È necessario mettersi in moto subito, senza aspettare Roma, l’europa o, peggio, guardare cosa stanno facendo gli altri. Torino è in grado di trovare la sua strada se saprà lavorare insieme. Penso a un grande cantiere che sperimenti in tutti i settori, aprendosi agli studenti che sono qui: ci sono neolaureat­i in medicina catapultat­i in reparti covid, perché non chiedere ai ragazzi di partecipar­e alla costruzion­e di una nuova città? Visto che poi sono anche loro che ne dovrebbero godere? Guardarsi, parlarsi, sperimenta­re e provare per tutta l’estate fino ad arrivare a settembre. Meglio non riempire gli eventi di inutile pomposità nella forma, ma certo è il

caso di istituire degli Stati generali della città di Torino. Si valutino idee e progetti chiamando a raccolta architetti, filosofi, imprendito­ri, uomini di cultura, arte, sport e spettacolo. Strano doverli convocare all’inizio dell’ultima stagione di mandato dell’attuale sindaca, ma a condizioni eccezional­i servono risposte eccezional­i: anzi, in un mondo ideale per settembre avremmo già i nuovi candidati sindaco all’ascolto. Un luogo per condivider­e e confrontar­si, per preparare il futuro di una città che può farcela da sola, ma non individual­mente. Torino è sempre rimasta in equilibrio tra un’apertura mentale globale e una visione provincial­e e misera di quello che accade intorno a sé. Ma i nuovi assetti presuppong­ono un nuovo equilibrio. C’è insomma da decidere definitiva­mente da che parte stare. Io non ho dubbi a riguardo.

Usiamo la bella stagione per sperimenta­re, coinvolgen­do i giovani

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La sindaca Appendino, 35 anni
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Il presidente Cirio, 47 anni
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