«Torneremo a “La pista” salendo in auto»
Il nuovo investimento di Roberto Munnia (Gerla 1927) «Uno chef di 33 anni per aprire nella primavera 2021»
«Era assurdo non avere un posto del genere in città. Soprattutto in un luogo simbolico di una famiglia così importante per Torino». Roberto Munnia, presidente di Gerla 1927, spiega la nuova impresa.
«Era assurdo non avere un posto del genere in città. Soprattutto in un luogo simbolico di una famiglia così importante per Torino».
Forte di questa convinzione, da imprenditore quale è, Roberto Munnia, presidente di Gerla 1927 (15 locali in città, 8 milioni di fatturato) è andato a proporla in casa Fiat. Ginevra Elkann ha dato il suo benestare, l’amministratore delegato di Fca Mike Manley ha dato l’ok operativo: Munnia ha firmato per 12 anni con Fca Patrimoni e il Lingotto tornerà ad avere il suo ristoadesso rante panoramico con vista sulle Alpi.
Presidente, si lancia in un’avventura nella ristorazione nel momento peggiore causa coronavirus.
«Era assurdo non avere un posto simile in città, suvvia. L’investimento è molto importante».
Il locale è chiuso da tantissimo, ci sarà da rimboccarsi le maniche…
«Dal 2013, per l’esattezza. Il ristorante ha avuto due gestioni, poi Marchionne decise di non affittarlo più. Io allora proposi la mia idea all’ingegner Mario Lombardi di Fiat Partecipazioni a cui piacque e che la riportò ai superiori. siamo qui».
Come si chiamerà? «Sempre “La pista”. Sarà un luogo per mangiare a pranzo e a cena, e per eventi. Con prezzi paragonati alla qualità del servizio: il lusso alla portata di tutti, come vuole la filosofia di Gerla. Ospiterà 80-90 coperti e sarà molto accogliente. Potremo organizzare eventi per le aziende nella “Bolla”, dove si potranno ospitare fino a 50 persone, mentre sulla pista avremo i dehors in mezzo alla vegetazione e lì possiamo arrivare anche a mille. Organizzeremo eventi anche con Fiat Chrysler e con la Pinacoteca Agnelli». Chi sarà lo chef? «Roberto Cordisco, un ragazzo di 33 anni in forza nel nostro ristorante di corso Vittorio da qualche mese. Ha lavorato 6 anni come sous chef all’enoteca Pinchiorri, tre stelle Michelin; 2 da Cracco, 2 da Marchesi e poi con Cannavacciuolo. Un giovane di livello. Assumeremo in tutto 15 persone circa».
Ci anticipa il menu?
«Io sono convinto che le cose semplici siano l’uovo di Colombo. Oggi non si trova più chi serve un piatto della tradizione buono, come la pasta al pomodoro. Per cui “La pista” avrà una carta in grado di accontentare la maggior parte delle persone perché rispetterà le materie prime».
Un rooftop restaurant come nelle grandi metropoli europee.
«Sì, una location pazzesca con a destra la collina e a sinistra le Alpi occidentali. Si accederà con l’auto: chi prenoterà riceverà un codice da digitare all’ingresso della rampa al piano terra per far alzare le sbarre. Salirà lì dove le vetture Fiat scendevano dopo il collaudo e arriverà all’ingresso del ristorante. Ma il locale sarà accessibile anche con gli ascensori».
Quando potremo accomodarci ai tavoli de «La pista»?
«Cominceremo i restauri a gennaio per essere operativi nella primavera del 2021».
I piatti Le cose semplici sono l’uovo di Colombo, per cui il nostro menu accontenterà tutti