Prenotazioni via mail e udienze a tempo, il Tribunale alla Fase 2
Timore di code all’entrata e termometri che segnano 34 gradi Polemica sulle notifiche nelle linee guida: «Mezzo non idoneo»
Terminati due mesi di terribile lockdown, il Tribunale riparte stamattina — dalle 7,30 l’entrata del personale, un’ora più tardi avvocati e privati — sulle linee guida tracciate dal presidente Massimo Terzi: riassumendo le 21 pagine, ingresso contingentato (circa un decimo delle presenze), con avviso di udienza, mail di appuntamento o autocertificazione (per i legali), e udienze temporizzate, con indicazione dell’inizio e, si presume, della fine. Compare infatti la «previsione di chiamata dei processi ad orari con tendenziale esaurimento della udienza in tempo utile per l’uscita dei partecipanti dal tribunale, prima dell’entrata nello stesso tribunale dei partecipanti al successivo processo». Tentativo lodevole, ma tremendamente difficile. Nonostante le non troppe udienze in menù — otto davanti al Gup — si teme qualche cosa all’ingresso, dove pure le procedure dovranno essere levigate dall’abitudine.
Ci vorrà insomma molta pazienza, se già ieri c’è stato qualche contrattempo, di più per i cittadini, alle prese con la burocrazia, immune a ogni virus. Chissà che avrà pensato quella coppia di settantenni che, con il loro foglietto rosa — dello Sportello per il cittadino, fa già ridere così — si sono presentati all’entrata: «Dovete telefonare al centralino del tribunale e prendere un appuntamento». Fatto, sul posto, ricevendo, via telefono, altra confortante risposta: «Signora, mandi una mail all’indirizzo...». L’unico sentimento, oltre a prestare una biro, era di umana solidarietà. Non è andata tanto meglio a un paio di pur navigati avvocati, che hanno perso una mezzoretta per ritirare il dispositivo di una sentenza e tentare di depositare un’impugnazione, possibile sono da stamattina (e senza prenotazione, dalle 9 alle 12). Nell’attesa, attimi di involontaria comicità, come alla misurazione della temperatura (obbligatoria) prima di entrare a palazzo di giustizia, con un termoscanner che, davanti a un utente, segnava 34 gradi: come dire, clinicamente morto. Va da sé, attese e contrattempi neppure potevano essere attribuiti al pur gentile personale dell’istituto di sorveglianza Puma, ma a una laboriosa organizzazione. Fatta di walkie-talkie, telefonini, fogli e tantissime persone che ignorano completamente il contenuto di linee guida e protocolli. Ma oggi potrebbe essere meglio, è la speranza.
Anche perché, pur con la ripresa, l’attività giudiziaria si annuncia piuttosto ridotta: «Con la riorganizzazione e le linee guida — si legge ancora nel documento del presidente Terzi — si arriva a una gestione solo in locali idonei per le udienze e con picchi medi omogenei inferiori di 10-15 volte a quelli massimi che si raggiungevano nelle ore centrali dei giorni centrali della settimana». Ovvero, sono poche le aule ritenute adatte dal medico competente. C’era stato qualche pasticcio anche con le notifiche, per i processi saltati, in parte risolti grazie all’intervento dell’ordine degli avvocati. Anche se qualche dubbio, a più di un legale, è rimasto, con l’indicazione dell’udienza fatta a mezzo linee guida: «Come notifica, non vale».
Risposta al cittadino «Per poter ritirare l’atto bisogna telefonare al centralino del tribunale e prenotarsi. E dopo, deve mandare una mail all’indirizzo...»