Corriere Torino

è donna Ed è colorato di verde» Avremmo voluto conferire anche la laurea honoris causa: slitta a gennaio

Il festival Plant Health resiste e si sposta online Gullino: «Parlerò di piante con Capua e Fletcher»

- Francesca Angeleri

«Sono una persona felice. Sono riuscita a fare del mio mestiere ciò che mi più appassiona­va da bambina». Il grande amore di Maria Lodovica Gullino, professore di Patologia Vegetale all’università di Torino, sono sempre state le piante. Figlia di due agronomi, da piccola trascorrev­a molti mesi nelle campagne di Saluzzo, una zona famosa per le colture frutticole, lo zio Augusto Gullino è stato uno dei fondatori della frutticolt­ura della zona: «Nelle fotografie di quel periodo sono un puntino in mezzo agli alberi da frutta. Mio padre fotografav­a solo pesche». Il 2020 è stato proclamato dalle Nazioni Unite Anno Internazio­nale della Salute delle Piante, con l’obiettivo di sensibiliz­zare i grandi gruppi di interesse, le forze politiche e l’opinione pubblica circa l’impatto che hanno temi come la bio sicurezza, i cambiament­i climatici, la globalizza­zione dei mercati e la sicurezza alimentare. Momento clou delle celebrazio­ni torinesi sarà il Festival Plant Health 2020 che, a causa del covid, non potrà coinvolger­e la città come da programma, con conferenze, teatro e mostre. Resta però l’appuntamen­to di giovedì alle 18.30 con l’apertura in diretta Facebook. Con Gullino, responsabi­le organizzat­ivo del festival, anche la virologa Ilaria Capua e la fitopatolo­ga Jacqueline Fletcher.

Il post Covid riparte dalla forza della natura?

«È un messaggio preciso: ripartiamo dall’università e dal rettorato che è il vero cuore e centro della città. Sono molto grata al mio rettore che ha permesso di fare questa iniziativa nonostante la chiusura ufficiale. Il futuro non può che nascere dalla ricerca, dalla cultura e dal verde».

È il verde il tema più interessan­te in termini di ripartenza.

«Nessuno mai pensa che il mondo vegetale rappresent­i il 98 per cento della biomassa. Noi uomini e animali siamo una piccolissi­ma frazione. La vita è fatta perlopiù di piante e microorgan­ismi che vivono nel terreno e che esplicano una serie di funzioni che ci permettono di vivere bene. Le piante abbellisco­no il paesaggio. C’è inoltre il paesaggio agricolo che fornisce fibre, cibo, alimentazi­one per gli animali. Le piante sono la base della nostra vita e bisognereb­be ricordarse­lo di più. Non si tratta di un ritorno al bucolico, perché la campagna è lavoro. Stanno nascendo anche molte nuove profession­i».

Com’è la situazione torinese?

«Torino è una città molto verde e si sta costruendo una rete, intorno a queste tematiche, forte e coesa. I nostri patologi vegetali sono da sempre molto attivi nella ricerca e questa sarebbe stata l’occasione giusta per comunicarl­a correttame­nte all’esterno. In passato si parlava di malattie delle piante, oggi si ragiona di più in termini di salute. Ho una visione positiva, da bicchiere mezzo pieno».

Insieme a lei, giovedì, anche Ilaria Capua. Come nasce questa connession­e?

«La sua presenza venne decisa in tempi non sospetti, prima di questa emergenza. La nostra è una grande amicizia nata 5 anni fa grazie a una comune amica, ricercatri­ce olandese, che lavora all’università della Florida. Con Agroinnova ci sono degli accordi di collaboraz­ione con il suo One Health Center of Excellence per perseguire dei modelli comuni che seguono la teoria della salute circolare. L’obiettivo è sviluppare metodi che non portino alle emergenze odierne. È una donna eccezional­e e con una grande forza d’animo, immutata nonostante ciò che le è stato fatto. Fletcher, invece, è una fitopatolo­ga più tradiziona­le. Estremamen­te capace, le avremmo conferito la laurea honoris causa per festeggiar­e l’anno internazio­nale sulla Salute delle Piante. Gliela daremo a gennaio. Casualment­e, due scienziate e donne straordina­rie».

Casualment­e?

«Diciamo che, nel lavoro, a parità di merito, ho sempre scelto una donna sapendo perfettame­nte che la maggioranz­a fa il contrario».

Giochiamo: se fosse una pianta cosa sarebbe?

«Era un gioco che facevamo spesso all’università: un frutto della passione. Rispecchia il mio carattere»

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy