La ripartenza dei musei è in salita Bene l’egizio
Nessuna coda e ingressi contingentati nel primo giorno di apertura dei musei: 343 persone per Mantegna, 120 alla Mole, 176 a Palazzo Reale e 1.400 alla Reggia di Venaria
Partenza timida ma fiduciosa per i musei torinesi. All’egizio sono entrate (gratis) oltre 1.300 persone, 1,400 ingressi a Venaria. Un buon segnale di ripresa.
Stesso abbigliamento del primo giorno, vestito verde acceso per la presidente Evelina Christillin e abito blu per il direttore Christian Greco e ancora più emozione di quel primo aprile 2015 in cui venne presentato il restyling del Museo. Alle 10 di mattina le scale mobili dell’egizio hanno ricominciato a funzionare, ad accogliere bambini, famiglie, la vita di prima. È rimasto tutto uguale, con meno affollamento. Tra segnali in cui mummie stilizzate invitano al mantenimento della distanza e mascherine obbligatorie, ieri 1.348 persone sono entrate dal portone di via Accademia delle Scienze, riaperto dopo 85 giorni. Elena e Lisa, 9 e 11 anni, sono già state in mezzo a sfingi e faraoni con le scuole, «oggi portiamo la nostra nonna Elisabetta, per lei è la prima volta». Anche Raul, 10 anni appena compiuti, è un orgoglioso recidivo, «è la mia quarta volta, finalmente oggi posso visitarlo in pace, senza tanta gente intorno». Dal punto di vista di chi guarda, il distanziamento sociale fa bene alle mostre. Il 2 giugno al museo è una festa anche per le mamme e i papà. «Possiamo tornare a far qualcosa di normale, dal vivo, imparare qualcosa senza uno schermo davanti», dice Fabio, anche lui si gode i corridoi liberi, lo spazio e il tempo a disposizione. «Oggi non possiamo far stare più di 280 persone contemporaneamente e per questo siamo sold out. Di solito, in tempi normali lo standard è di tremila visitatori al giorno, per non parlare delle giornate d’oro in cui abbiamo staccato anche settemila biglietti», ha detto Greco. Torneranno altri numeri, per il momento l’importante è ripartire. Prima dell’apertura erano stati cauti, la previsione era quella di non far entrare più di 800 persone in tutto il giorno, ma siccome la richiesta era alta e il flusso di scorrimento veloce si è deciso di accettare più persone. Per il mese di giugno il museo rimarrà aperto il venerdì, il sabato e la domenica, ma in base alla domanda i giorni possono aumentare. «Secondo l’ocse il 26 per cento degli italiani visita i musei. Questa è una buona occasione perché queste percentuali crescano. Mi auguro che vengano soprattutto i ragazzi, che sono stati lasciati molto soli», ha continuato il direttore, prima di affacciarsi al portone e dare il bentornato a tutti.
Negli altri musei cittadini ripartenza ancora timida ma fiduciosa: 120 ingressi al Museo del Cinema, 176 a Palazzo Reale i cui giardini sono ancora chiusi al pubblico, 166 da Camera, qualche accenno di coda ben distanziato per Andrea Mantegna a Palazzo Madama che ha staccato 343 biglietti, 1.400 ingressi alla Reggia di Venaria e una eccezione. La pinacoteca dell’accademia delle Belle Arti ha triplicato i numeri rispetto al 2019, con più di cento biglietti
Segnali positivi
I numeri non sono alti, ma tutti i musei si dicono soddisfatti e fiduciosi
staccati, la mostra Incanti russi, prorogata fino a settembre, piace ai torinesi.
L’arte è rimasta ferma, intatta, all’egizio nessuno, nemmeno i maestri delle elementari che ogni anno portano le loro classi, se ne va via senza prima aver visto la Galleria dei Re e l’allestimento di Dante Ferretti: dentro ci sono capolavori che hanno migliaia e migliaia di anni, sono rimasti fermi al loro posto per tutti questi mesi. Per farli rivivere è bastato riaccendere la luce.