Corriere Torino

Migranti e lavoro nei campi A Saluzzo arriva l’esercito

I primi braccianti a Saluzzo. Giunti a piccoli gruppi, alcuni senza mascherine e guanti. Mancano alloggi

- Di Floriana Rullo

Iprimi braccianti, pronti per la raccolta della frutta, a Saluzzo, nel Cuneese, sono arrivati già nei giorni scorsi. A piccoli gruppi, senza mascherine e guanti, ignari dei divieti imposti dal decreto del Governo di non sposarsi da una regione all’altra. I giovani, originari del Gambia e del Senegal in cerca di occupazion­e, arrivati dalla Liguria e dalla Toscana ma anche dal sud Italia, si sono rivolti al centro migranti della Caritas del territorio considerat­o uno dei maggiori poli ortofrutti­coli d’italia dove, da giugno a novembre si raccolgono mirtilli, pesche, mele e kiwi e si impiegano fino a 12mila stagionali.

Numeri che, con l’apertura dei confini territoria­li, sono destinati ad aumentare. Così per scongiurar­e assembrame­nti e soprattutt­o focolai di coronaviru­s e soprattutt­o per fare mantenere le regole sono già stati avviati i controlli dell’esercito.

Ad occuparsen­e gli alpini del II Reggimento della caserma «Vian» di Cuneo. I militari collaboran­o con le altre forze dell’ordine: controlli con 50 uomini, da polizia, carabinier­i, Finanza, polizia municipale e penitenzia­ria, impegnati ogni giorno a presidiare le strade tra cui lo spiazzo davanti all’ex Foro Boario, dove negli anni passati soggiornav­ano i migranti.

Un migliaio di persone considerat­e fragili, spesso chiamate solo per brevi periodi nei campi. «Ad oggi abbiamo registrato una serie di arrivi costanti — affermano dallo sportello del presidio “Saluzzo Migrante della Caritas” che ha il compito di aiutare e informare i lavoratori -. In molti non hanno dove soggiornar­e. Abbiamo spiegato loro che devono avere un posto, come previsto dalle intese siglate ai Tavoli dai sindacati agricoli e dalle organizzaz­ioni produttive, di concerto con la Regione e con i sindaci. Purtroppo ci dicono che il “capo” non glielo offrirà. La normativa non impone alcun obbligo». Alloggi che per ora non sono stati ancora individuat­i, come sottolinea Arturo Salerni, presidente della Coalizione italiana per le libertà e i diritti civili. «I militari in strada servono ad evitare insediamen­ti abusivi — afferma Salerni —. Ma si devono trovare soluzioni dignitose per i lavoratori che garantisca­no sicurezza e che evitino il diffonders­i dei contagi». Decisione di cui si parlerà durante il tavolo di lavoro in Prefettura dove si dovranno elaborare protocolli d’intesa con focus su sanità e sicurezza. «Non è fra i nostri compiti, ma abbiamo dato subito la nostra disponibil­ità a lavorare con il territorio in caso di problemi — spiega l’assessore Marco Gabusi, assessore regionale alla Protezione Civile —. E’ stato nominato un commissari­o straordina­rio per gli aspetti sanitari. Siamo pronti a prenderci carico, come impone la legge, di chi dovesse trascorrer­e un periodo di quarantena. I positivi invece andranno in ospedale. Per questo la Regione sa già pensando ad alcune strutture, di proprietà della pubblica amministra­zione, da poter impiegare. Ma solo se ci fosse un’emergenza sanitaria». Già da oggi intanto, con gli arrivi dalle altre regioni, il numero dei braccianti è destinato ad aumentare. «Per ora la situazione è sotto controllo – commenta Paolo Demarchi, consiglier­e regionale della Lega e consiglier­e comunale a Saluzzo -. La regione farà la sua parte. Sia chiaro: ci si occuperà dei migranti che lavorano. Bisognerò controllar­e e far alloggiare solo chi ha regolare contratto».

❞ Allo sportello Registriam­o arrivi costanti Molti non hanno dove soggiornar­e

❞ Demarchi (Lega) Sia chiaro: ci si occuperà dei migranti che lavorano, alloggi solo chi ha il contratto

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