L’altra faccia del Covid, saltati oltre dodicimila esami al seno
Il blocco della sanità ordinaria ha penalizzato il programma «Prevenzione Serena». Via libera della task force alla ripresa, si attende il sì dell’assessorato
Sale operatorie destinate ai pazienti Covid. L’emergenza sanitaria ha causato il blocco delle cure «ordinarie». Tra queste la prevenzione del tumore al seno. Alla Città della Salute in tre mesi sono saltate almeno 12 mila mammografie. «Ci sarà un aumento della mortalità», spiegano i medici. Che intanto invitano alla ripresa del programma «Prevenzione Serena». Via libera dalla task force di Ferruccio Fazio, si attende il parere dell’assessorato regionale di Luigi Icardi.
L’oncologa specializzata in cancro al seno, Fulvia Pedani, lo ripete anche alle sue pazienti dell’ospedale Molinette, padiglione San Lazzaro. «Sostenete la ripresa degli screening oncologici».
Oggi, la dottoressa e l’associazione Fidapa Torino San Giovanni organizzano un evento online su Zoom dedicato al tema. Che, per la prima volta in Piemonte, alza il velo su una delle conseguenze più preoccupanti del covid19: la sospensione — da tre mesi — degli esami del programma regionale Prevenzione Serena per il tumore alla mammella, che inizia ad allarmare i medici.
I numeri sono imponenti. Prevenzione Serena offre la mammografia alle donne dai 50 ai 69 anni, ma già a 45 si può chiedere di essere inserite nello screening. Nel 2018, 173 mila signore hanno risposto all’invito. «Noi eseguiamo 3.400 di questi esami al mese — racconta il dottor Alfonso Frigerio, coordinatore del programma e responsabile del centro mammografie dell’ospedale San Giovanni Antica sede —. Da marzo a maggio, solo da noi, sono saltati tra 11 mila e 12 mila esami. Accumulare un ritardo di uno o due mesi non crea gravi problemi ma se questo aumenta può diventare una minaccia. Rischiamo di perdere mesi di vantaggio sulla diagnosi».
La ripresa di Prevenzione Serena è importante anche perché le mammografie del programma permettono di identificare ben il 45 per cento dei 3.400 nuovi tumori al seno scoperti ogni anno in Piemonte. «In tre mesi — ragiona il dottor Oscar Bertetto, direttore della Rete oncologica di Piemonte e Valle D’aosta — abbiamo perso 300 nuove diagnosi e, specie nel caso del tumore alla mammella triplo negativo, questo può avere conseguenze». Bertetto guarda anche i dati di tutti gli interventi chirurgici oncologici eseguiti nel mese di marzo, in piena emergenza coronavirus. «C’è stato un calo del 35/40 per cento. Certo, la Regione ha cercato di garantire tutto ciò che era indifferibile e salvavita, ma è chiaro che, se gli ospedali hanno trasformato le sale operatorie in terapie intensive, anche alcuni interventi per tumori non ci sono stati».
La conclusione è un pugno nello stomaco: «Dobbiamo attenderci un lieve aumento della mortalità per tumore».
Ed è per questo che, già da due settimane, i medici hanno inviato alla Regione un documento con proposte per fare ripartire anzitutto gli screening al seno, ma anche quelli a collo dell’utero e colon-retto. «I problemi sono due — spiega Frigerio — recuperare quel che non si è fatto e scaglionare gli esami per eseguirli in sicurezza, ma oggi abbiamo capito come agire».
Nel frattempo, due ordini del giorno dei consiglieri Alessandro Stecco (Lega) e Domenico Rossi (Pd) hanno sollecitato un piano straordinario per la ripresa di tutte le visite e, proprio ieri, il gruppo di superconsulenti della Regione guidati da Ferruccio Fazio ha dato il suo via libera al riavvio di Prevenzione Serena. Ora si attende il sì definitivo dell’assessorato.